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  • Martedì 21 gennaio 2025

Hamas è già tornato?

Subito dopo il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza il gruppo è riapparso con armi e divise, per dimostrare di non essere stato distrutto da Israele

Miliziani di Hamas durante la consegna degli ostaggi israeliani il 19 gennaio 2025 (AP Photo/Abed Hajjar)
Miliziani di Hamas durante la consegna degli ostaggi israeliani il 19 gennaio 2025 (AP Photo/Abed Hajjar)

Immediatamente dopo l’inizio del cessate il fuoco nella Striscia di Gaza, centinaia di miliziani di Hamas sono usciti allo scoperto, per la prima volta dall’inizio della guerra. Gruppi armati di kalashnikov, con indosso una divisa militare e le bandiere verdi di Hamas, si sono fatti vedere a Khan Yunis, la principale città nel centro della Striscia, dove hanno tenuto una piccola parata a bordo di pick-up. Altri miliziani, sempre armati, hanno controllato la calca di gente nella città di Gaza, dove i primi ostaggi israeliani liberati sono stati consegnati alla Croce Rossa, per essere riportati in Israele.

Altrove in tutta la Striscia sono riapparsi membri di Hamas con la divisa della polizia, blu o nera, che hanno ripreso le loro postazioni davanti a quello che resta degli uffici pubblici, degli ospedali e di altre strutture normalmente presidiate. È un ritorno che ha chiaramente un valore simbolico: Hamas vuole dimostrare di essere ancora forte e capace di governare la Striscia di Gaza, e soprattutto di aver resistito a 15 mesi di guerra in cui Israele aveva promesso la sua distruzione completa.

Nel corso dell’ultimo anno e mezzo, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha detto più volte che la guerra non si sarebbe interrotta se non con la distruzione di Hamas, e ha parlato della necessità di una «vittoria totale», che annullasse il controllo del gruppo sul territorio. Questo obiettivo non è stato raggiunto, e anzi fin da domenica Hamas ha cercato di dimostrare che ha ancora il controllo sulla Striscia.

L’ufficio delle comunicazioni di Hamas ha fatto sapere che migliaia di poliziotti avevano ricominciato a lavorare per riprendere il controllo della Striscia e «preservare la sicurezza e l’ordine», e che i ministeri e le istituzioni governate dal gruppo avevano ripreso le operazioni «secondo il piano del governo».

Poliziotti di Hamas nella città di Gaza, il 20 gennaio 2025

Poliziotti di Hamas nella città di Gaza, il 20 gennaio 2025 (Hadi Daoud/APA Images via ZUMA Press Wire)

I combattimenti con Israele, anche nelle settimane precedenti al cessate il fuoco, hanno mostrato che Hamas ha ancora una certa capacità militare.

Da ottobre del 2024 Israele aveva messo sotto assedio tutta la zona nord della Striscia e provocato l’evacuazione forzata di gran parte della popolazione civile, con l’obiettivo di eliminare completamente la presenza di Hamas almeno in quell’area. Nonostante alcuni mesi di combattimenti anche molto duri, Israele non ha avuto un successo completo: Hamas ha continuato le sue attività di guerriglia anche nel nord della Striscia sotto assedio, e nelle operazioni ha ucciso numerosi soldati israeliani.

Hamas è comunque assai indebolito. Israele ha ucciso tutti i suoi comandanti principali, sia militari sia politici, oltre che migliaia di miliziani. Sui numeri c’è un po’ di incertezza: prima dell’inizio della guerra, si stimava che Hamas avesse a disposizione circa 30-40 mila miliziani. Israele sostiene di averne uccisi 17 mila e di averne detenute altre migliaia. Chilometri e chilometri dei tunnel sotterranei usati da Hamas per nascondersi e combattere sono stati distrutti, così come grosse quantità di armi e mezzi militari.

Si stima però che durante la guerra il gruppo abbia reclutato migliaia di nuovi miliziani, per compensare le perdite. Anche in questo caso i numeri sono incerti. Antony Blinken, il segretario di Stato dell’amministrazione di Joe Biden, ha detto in un discorso questo mese che Hamas ha «quasi reclutato tanti miliziani quanti quelli che ha perso». Il governo israeliano ritiene che il numero reale sia inferiore, e soprattutto che eventuali reclute inesperte e giovani abbiano minor valore militare rispetto ai miliziani esperti uccisi in questi mesi.

A gennaio sono usciti sui media israeliani alcuni report secondo cui nella Striscia di Gaza ci sarebbero in totale ancora tra i 20 e i 23 mila miliziani, tra quelli di Hamas e quelli di altri gruppi come il Jihad Islamico.

Non essere riuscito a distruggere completamente Hamas è una sconfitta per Israele, e anche per questo Netanyahu ha detto nel fine settimana che Israele mantiene «il diritto di tornare alla guerra, se necessario, con il sostegno degli Stati Uniti». Al tempo stesso in questi mesi Israele ha ottenuto numerose altre vittorie in Medio Oriente, che hanno privato Hamas dei suoi alleati più importanti. Ha debilitato Hezbollah in Libano con una serie di attacchi e invadendo il sud del paese, e ha indebolito l’Iran. Anche la fine del regime di Bashar al Assad in Siria priva Hamas di un sostenitore.

Poliziotti di Hamas nella città di Gaza, il 20 gennaio 2025

Poliziotti di Hamas nella città di Gaza, il 20 gennaio 2025 (Hadi Daoud/APA Images via ZUMA Press Wire)

Nei prossimi mesi sarà possibile capire quanto Hamas abbia ancora presa sulla Striscia di Gaza e sulla società palestinese. Hamas può mantenere la propria presenza militare ma, come ha spiegato al Wall Street Journal Eyal Berelovich, professore dell’Università ebraica di Gerusalemme, il suo obiettivo principale è di «sopravvivere come entità politica» e rimanere in controllo della Striscia di Gaza.

I negoziati su chi governerà la Striscia una volta che la guerra sarà finita definitivamente sono ancora alle prime fasi. Né Israele né gli Stati Uniti né la gran parte dei paesi arabi vogliono che Hamas rimanga al potere. Il governo israeliano vuole anche impedire però che Gaza sia governata da Fatah, la fazione palestinese moderata che governa la Cisgiordania. Al momento, quindi, manca una vera alternativa politica, e questo potrebbe consentire ad Hamas di recuperare il controllo del territorio.

A causa della guerra i sondaggi tra i palestinesi di Gaza non sono particolarmente affidabili, ma si stima che attualmente tra il 35 e il 40 per cento di loro voglia che la Striscia torni a essere governata da Hamas.