Cosa non dice lo strano esposto di Ferrovie dello Stato
Sostiene che i guasti recenti siano parte di un complotto organizzato per destabilizzare la società, ma senza prove
Mercoledì il gruppo Ferrovie dello Stato ha presentato un esposto alla questura di Roma per sollecitare l’avvio di indagini sui guasti che negli ultimi mesi hanno causato cancellazioni e ritardi sulla maggior parte delle linee. La società controllata dallo Stato si è spinta molto oltre la semplice denuncia, perché nell’esposto ha ipotizzato che i guasti siano il risultato di un complotto organizzato per «destabilizzare, anche a livello istituzionale e governativo, il gruppo FS e il relativo management».
La tesi, insomma, è che qualcuno abbia sabotato sistematicamente la rete ferroviaria per mandare in crisi la società e il governo. Ma al di là di alcune frasi allusive, rilanciate e sostenute da esponenti della Lega tra cui il ministro dei Trasporti Matteo Salvini, nella documentazione presentata alla questura non ci sono prove a supporto di questa teoria.
Sia l’esposto che la nota stampa diffusa dopo la presentazione sono pieni di dubbi e insinuazioni. «Gli orari in cui si sono verificati alcuni problemi, il tipo di guasti e la loro frequenza stanno destando più di qualche interrogativo», si legge nella nota, che parla di «circostanze altamente sospette». E sempre a proposito degli orari: «Non può essere un caso che si tratti di quelli più complicati per la circolazione ferroviaria, con ricadute pesanti su tutta la rete».
Nella nota non sono stati citati episodi specifici, elencati invece nell’esposto, diffuso giovedì dal Foglio. Il gruppo Ferrovie dello Stato sostiene che i casi più significativi degli ultimi giorni siano cinque: il guasto alla linea elettrica a Milano che sabato 11 gennaio ha bloccato decine di treni; il guasto a uno scambio avvenuto il 13 gennaio a Gricignano, in Campania; la rottura di una rotaia tra le stazioni di Valdarno Sud e Arezzo, in Toscana, il 14 gennaio; un’anomalia al nodo di Roma sempre il 14 gennaio; il guasto a un deposito di manutenzione al deposito della linea ad alta velocità sul nodo di Roma il 15 gennaio.
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Anche la conclusione dell’esposto è molto allusiva: «Benché gli episodi ora descritti si presentino, all’apparenza, collegati tendenzialmente a disfunzioni di natura tecnica, sui quali il gruppo FS sta svolgendo accertamenti interni al fine di ricostruirne cause e responsabilità, si ritiene non si possa escludere in radice l’ipotesi che si tratti di una situazione connessa ad attività interne e/o esterne volutamente mirate a colpire gli asset aziendali con la finalità di destabilizzare, anche a livello istituzionale e governativo, il gruppo FS e il relativo management».
In tutto il documento non c’è alcun tipo di prova e non è chiaro come gli investigatori possano eventualmente iniziare le indagini: il punto di partenza di qualsiasi inchiesta sono infatti gli accertamenti tecnici che però spettano al gruppo Ferrovie dello Stato e alle sue controllate, Trenitalia e RFI, la società che gestisce l’infrastruttura.
Le accuse del gruppo sono anche in contrasto con le dichiarazioni rassicuranti degli ultimi giorni. Martedì Stefano Donnarumma, amministratore delegato di Ferrovie dello Stato, aveva detto che i ritardi non possono essere descritti come disastri perché hanno un impatto nell’ordine delle migliaia di persone, poche se paragonate ai due milioni che viaggiano in treno ogni giorno. Donnarumma aveva aggiunto di ricevere complimenti e ringraziamenti da tante persone che si spostano in treno. Alla Camera il ministro per i rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, ha risposto all’opposizione sostenendo che i ritardi degli ultimi mesi siano in linea con quelli del passato.
Repubblica ha scritto che la decisione di Donnarumma di presentare un esposto è stata condivisa con il ministro dei Trasporti Matteo Salvini, a cui negli ultimi giorni sono state rivolte molte critiche per la gestione del trasporto ferroviario. Nei minuti successivi alla pubblicazione della nota del gruppo Ferrovie dello Stato sono state diffuse diverse note di esponenti leghisti. «Bene l’iniziativa del gruppo FS che si è rivolto alle autorità per verificare che tutto sia stato casuale», hanno commentato i capigruppo di Camera e Senato Riccardo Molinari e Massimiliano Romeo.
Rispondendo a una domanda sull’ipotesi di un sabotaggio organizzato, Salvini ha detto di aspettarsi risposte rapide e inequivocabili. «Sarebbe gravissimo fare battaglia politica sulla pelle di lavoratori e pendolari», ha detto alludendo a una regia politica dietro ai sabotaggi. La segretaria del PD Elly Schlein ha accusato il governo di paralizzare l’Italia, mentre il leader di Italia Viva Matteo Renzi ha chiesto le dimissioni di Salvini.
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