Il documento russo falso del soldato nordcoreano arrestato dall’Ucraina
Per ora è l'unico caso confermato, ma l'Ucraina dice che è l'ennesimo tentativo della Russia di nascondere la presenza dei militari nordcoreani nella guerra
Ormai da settimane abbiamo la certezza che la Corea del Nord abbia mandato in Russia molti soldati per combattere contro l’Ucraina. Qualche giorno fa il governo ucraino ha fatto sapere di avere catturato due di questi soldati, vivi: è una cosa rara, dato che a quanto ne sappiamo l’esercito russo e quello nordcoreano hanno l’ordine di uccidere i soldati nordcoreani feriti e che stanno per essere catturati. Uno dei due soldati non aveva documenti, mentre l’altro aveva una carta di identità russa secondo cui era nato nella regione russa di Tuva, nel sud del paese, al confine con la Mongolia. Il documento contiene informazioni false, perché l’uomo è coreano – fra l’altro parla solo coreano, dice l’Ucraina – non è nato a Tuva.
Secondo l’ufficio di presidenza ucraino la Russia «sta cercando di nascondere il fatto che questi soldati provengano dalla Corea del Nord dando loro documenti falsi che indicano una loro provenienza da Tuva o altri territori sotto il controllo di Mosca». Non è chiaro se le autorità ucraine siano a conoscenza di altri casi simili, ma la loro versione è considerata plausibile. Il governo autoritario di Vladimir Putin mente sistematicamente sia alla propria opinione pubblica sia ai giornalisti stranieri.
Al momento non ha ancora confermato o smentito l’impiego dei soldati nordcoreani nella guerra contro l’Ucraina, confermato invece da molte testimonianze e video soprattutto su Telegram, e da fonti di intelligence occidentali.
Secondo una stima riportata dal Kyiv Independent a fine dicembre, l’esercito russo ha impiegato circa 12mila soldati nordcoreani nella regione di Kursk, quella parzialmente occupata dall’esercito ucraino nell’agosto del 2024. L’esercito ucraino ha fatto sapere che i due soldati nordcoreani catturati vivi sono stati trovati proprio nella regione di Kursk.
La regione di Tuva si trova nel centro-sud della Russia in una zona che per secoli ha fatto parte dei regni mongoli. Nel Diciottesimo secolo poi passò sotto il controllo della dinastia cinese dei Qing, l’ultima grande famiglia a governare l’Impero cinese fino alla nascita dello stato moderno. Fra Ottocento e Novecento l’Impero russo alimentò le istanze indipendentiste degli abitanti della regione in funzione anti-cinese, finché nel 1914 rese ufficialmente la neonata (e fittizia) repubblica di Tuva un proprio protettorato. Nel 1920 la Cina provò a riprendersela, ma il nuovo regime comunista la rioccupò. Da allora ha fatto parte prima dell’Unione Sovietica e poi della Russia.
La regione di Tuva prende il nome dai tuvani, un gruppo etnico-culturale che parla una lingua turca – parente del kirghiso e alla lontana anche del mongolo – che per secoli ha praticato uno stile di vita nomade e dedito all'allevamento. Ormai da decenni i tuvani vengono discriminati dai russi, soprattutto da quelli che abitano nelle grandi città dell'ovest, cioè il centro del potere politico ed economico: di conseguenza Tuva è una delle regioni più povere e isolate di tutto il paese. È rarissimo che un politico o un generale Tuvano faccia carriera a Mosca: uno dei pochi che ci sono riusciti è stato l'ex ministro della difesa Sergei Shoigu, che per alcuni fu scelto da Putin proprio perché in quanto Tuvano non poteva avere ambizioni politiche maggiori.
Per un russo senza molti strumenti, poi, i tuvani sono un popolo dalle fattezze orientali come molti altri, ed è possibile che qualcuno li scambi per coreani. Anche per questo, forse, sul documento falso trovato addosso a un soldato nordcoreano era indicata questa provenienza: per dare modo alla propaganda russa di sostenere che i soldati nordcoreani catturati o uccisi fossero in realtà dei tuvani.