Il caso della professoressa arrestata per presunti abusi sessuali sugli studenti
È successo a Castellammare di Stabia, in Campania: a novembre la donna era stata aggredita da una trentina di genitori
Martedì un’insegnante di sostegno della scuola media di Castellammare di Stabia, in provincia di Napoli, è stata arrestata con l’accusa di avere molestato alcuni studenti. La donna ha 40 anni e deve rispondere di maltrattamenti, violenza sessuale, induzione al compimento di atti sessuali e corruzione di minorenne. Ora è in carcere.
L’indagine era iniziata dopo che lo scorso 16 novembre circa trenta genitori di studenti e studentesse erano entrati a scuola e avevano aggredito fisicamente l’insegnante. Nell’aggressione era stato ferito anche il padre dell’insegnante, che in quel momento si trovava lì e aveva provato a difenderla. Secondo quanto ricostruito dal Corriere del Mezzogiorno, quel giorno i genitori avevano chiesto alla dirigente scolastica dell’istituto di allontanare l’insegnante perché avrebbe avuto atteggiamenti inadeguati nei confronti dei loro figli. La preside aveva spiegato che non poteva prendere un provvedimento del genere senza un’indagine approfondita: a quel punto la situazione era degenerata, tanto che era stato necessario l’intervento dei carabinieri.
L’aggressione all’insegnante aveva suscitato un certo clamore ed era intervenuto anche il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, che aveva annunciato un’ispezione sul caso e aveva condannato la «giustizia fai da te» dei genitori. Nei giorni successivi fuori dalla scuola erano stati appesi alcuni striscioni con scritte che dicevano, tra le altre, «tutela per i nostri figli, solidarietà alle mamme».
Sui social network, tra i profili e i gruppi dei residenti di Castellammare, aveva inoltre iniziato a girare un post che parlava di abusi commessi da un’insegnante della scuola media, ma fino a martedì però non c’erano state conferme. Anzi, sembrava che le accuse potessero essere infondate, e che tutto fosse partito da un tentativo di ritorsione contro l’insegnante, colpevole di aver sospeso un alunno.
Poi però martedì la donna è stata arrestata, dopo gli esposti alla procura di Torre Annunziata presentati dai genitori responsabili dell’aggressione. Secondo chi indaga, la donna, che era l’insegnante di sostegno di uno dei minorenni coinvolti, avrebbe effettivamente iniziato a molestare gli alunni nell’ottobre del 2024. Nella ricostruzione della procura, riportata dai giornali che citano gli atti, l’insegnante avrebbe portato più volte alcuni studenti nella sala informatica della scuola durante l’orario delle lezioni: lì avrebbe mostrato loro video pornografici e avrebbe fatto domande invadenti sulla vita sessuale degli studenti, invitandoli inoltre a svolgere atti sessuali tra loro. L’insegnante avrebbe anche abusato sessualmente di uno studente.
I discorsi e le molestie sarebbero continuate anche in una chat su Instagram creata dall’insegnante e chiamata «la saletta», con riferimento all’aula informatica. La donna avrebbe minacciato gli studenti di farli bocciare e di mandare i loro genitori in carcere se avessero detto a qualcuno cosa succedeva nell’aula e cosa scriveva loro nel gruppo su Instagram.
Gli studenti, quattro ragazzi e tre ragazze, avevano mostrato la chat ai propri genitori dopo che uno di loro era stato sospeso. A quel punto i genitori erano andati direttamente a scuola a chiedere spiegazioni, e c’era stato lo scontro di metà novembre. I messaggi, gli audio, i video e le foto scambiati nella chat sono stati acquisiti da chi indaga dopo le denunce dei genitori, e sarebbero poi stati trovati riscontri sul cellulare dell’insegnante.