La Cassazione ha confermato la condanna all’ergastolo di Gilberto Cavallini per la strage di Bologna

Gilberto Cavallini fuori dal tribunale di Bologna il 9 gennaio 2020
(ANSA/GIORGIO BENVENUTI)
Gilberto Cavallini fuori dal tribunale di Bologna il 9 gennaio 2020 (ANSA/GIORGIO BENVENUTI)

La Corte di Cassazione ha confermato la condanna all’ergastolo di Gilberto Cavallini, ex terrorista dell’organizzazione neofascista Nuclei Armati Rivoluzionari (NAR), per il suo ruolo nella strage di Bologna del 2 agosto 1980, in cui 85 persone furono uccise e oltre 200 ferite con una bomba piazzata nella stazione. Cavallini è stato condannato per aver aiutato le persone condannate come esecutrici materiali dell’attentato: il fondatore dei NAR Valerio Fioravanti, Francesca Mambro, Luigi Ciavardini. Li aveva ospitati in casa sua a Villorba di Treviso prima della strage, e aveva procurato loro dei documenti falsi e un’auto.

Cavallini, che ha 72 anni, ha sempre negato il suo coinvolgimento nella strage di Bologna. Si trova comunque in carcere dal 1983, quando era stato arrestato e poi condannato a diversi ergastoli per banda armata e per alcuni omicidi commessi tra il 1979 e il 1981 come parte dei NAR. È detenuto nel carcere di Terni, in regime di semilibertà, e ha assistito all’udienza di mercoledì in cui è stato condannato.

Le vicende giudiziarie seguite alla strage di Bologna sono state molto lunghe e complesse, anche a causa di continui depistaggi. Nel tempo hanno stabilito che a mettere la bomba furono i terroristi neofascisti (oltre a Cavallini, Fioravanti, Mambro, Ciavardini è stato condannato in appello anche Paolo Bellini); e che ebbero un ruolo attivo sia la loggia massonica P2 di Licio Gelli che i servizi segreti militari. Le sentenze hanno anche definito che la strage non fu la conseguenza di una semplice azione armata e spontanea dei gruppi neofascisti, ma un obiettivo importante della strategia della tensione con la quale i gruppi armati di estrema destra volevano minare, con varie complicità istituzionali, la democrazia e instaurare un regime autoritario.