Riccardo Bossi è stato condannato a due anni e mezzo di carcere per false dichiarazioni nella richiesta del reddito di cittadinanza

Riccardo Bossi nel 2015 (Stefano Porta/Ansa)
Riccardo Bossi nel 2015 (Stefano Porta/Ansa)

Martedì la giudice per le udienze preliminari del tribunale di Busto Arsizio, in provincia di Varese, ha condannato in primo grado Riccardo Bossi, figlio del fondatore della Lega Umberto, a due anni e sei mesi  di carcere per aver dichiarato il falso nell’autodichiarazione per chiedere il reddito di cittadinanza, il sostegno economico attivo dal 2019 al 2023 per chi non aveva un lavoro. La giudice ha anche stabilito che Bossi deve pagare una provvisionale all’INPS (Istituto nazionale previdenza sociale), cioè una somma di denaro liquidata alla parte danneggiata, di 15mila euro.

Secondo l’accusa Riccardo Bossi ha ricevuto indebitamente 280 euro al mese collegati al reddito di cittadinanza per 43 mesi, cioè poco più di tre anni e mezzo, per un totale di 12.040 euro. Il motivo per cui non ne avrebbe avuto diritto è che quei 280 euro riguardavano un sostegno aggiuntivo per l’affitto che era previsto dal reddito di cittadinanza, e secondo l’accusa Bossi non doveva alcun affitto: infatti l’anno prima era già stato sfrattato proprio perché non lo pagava.