È morto il giornalista Furio Colombo
Aveva 94 anni: fu direttore dell'Unità e tra i fondatori del Fatto Quotidiano
Martedì è morto a 94 anni Furio Colombo, giornalista di grande esperienza noto per aver lavorato come autore di documentari e servizi giornalistici della Rai: tra il 2001 e il 2005 fu il direttore dell’Unità e nel 2009 contribuì alla fondazione del Fatto Quotidiano, che lasciò nel 2022 per diventare editorialista di Repubblica. Fu anche parlamentare per tre legislature, in tutti i casi eletto con partiti di centrosinistra. La morte di Colombo è stata confermata dalla sua famiglia.
Colombo era nato il 1º gennaio 1931 a Châtillon, in Valle d’Aosta. Cominciò a dedicarsi al giornalismo nella prima metà degli anni Cinquanta, collaborando con autori e intellettuali come Umberto Eco e Gianni Vattimo alla scrittura di alcuni programmi culturali della Rai. Negli anni successivi scrisse per diversi quotidiani e periodici italiani e internazionali, tra cui La Stampa, Repubblica, New York Times, Panorama, L’Espresso e L’Europeo.
Colombo ebbe anche una lunga carriera accademica: negli anni Settanta insegnò teoria e tecniche dei media e del linguaggio radiotelevisivo presso il neonato indirizzo DAMS di Bologna, fondato dal grecista Benedetto Marzullo e da altri docenti, tra cui Eco. Colombo tenne anche corsi legati al giornalismo e alla comunicazione presso l’Università di Bologna, la Columbia University di New York e l’Università di Berkeley, in California. Tra il 1991 e il 1994 diresse l’Istituto italiano di cultura di New York, svolgendo parallelamente la professione di corrispondente del quotidiano La Stampa.
Nel 1996 fu eletto come deputato con l’Ulivo, e dieci anni dopo come senatore con lo stesso partito. Nel 2008 fu eletto per una terza legislatura come deputato con il PD.
Negli ultimi anni la sua attività giornalistica era stata legata soprattutto al Fatto Quotidiano, di cui fu cofondatore e, fino al 2022, prolifico editorialista. Lo lasciò poco dopo l’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina, criticando le posizioni assunte da alcuni autori del giornale, vecchi e nuovi. Motivò questa scelta con una lettera pubblicata sul giornale.