Anche quest’anno sarà dura formare classi del liceo del Made in Italy
Dirigenti scolastici e sindacati non si aspettano tante iscrizioni in più rispetto a un anno fa, quando furono pochissime
Dal 21 gennaio gli studenti delle scuole secondarie di primo grado, le medie, potranno iscriversi alle scuole superiori in vista dell’anno scolastico 2025/2026: nell’elenco delle scuole ci sono alcuni licei che propongono l’indirizzo chiamato del Made in Italy, attivo dall’anno scolastico in corso, con alcune materie specifiche per valorizzare conoscenze sui prodotti della tradizione italiana. Un anno fa si iscrissero pochi studenti, circa 500 in tutta Italia, e quasi tutte le scuole non riuscirono a formare nemmeno una classe. Quest’anno il ministero dell’Istruzione si aspetta numeri più alti, mentre secondo dirigenti scolastici e sindacati si riproporranno gli stessi problemi: anche l’anno prossimo sarà complicato raggiungere il numero minimo di studenti.
L’idea di un indirizzo legato al Made in Italy era stata molto pubblicizzata dal governo Meloni fin da prima del suo insediamento, a ottobre del 2022. Fu una proposta presentata con grande enfasi durante la campagna elettorale per le ultime elezioni politiche, nell’estate del 2022, ma per mesi i dettagli erano rimasti piuttosto vaghi.
L’istituzione di questo indirizzo risale al giugno del 2023, quando il governo approvò un disegno di legge con una serie di misure che avevano come obiettivo «la valorizzazione, la promozione e la tutela del Made in Italy». Dalle dichiarazioni fatte nei mesi precedenti da alcuni esponenti del governo sembrava che l’idea fosse di creare un nuovo tipo di istituto o un nuovo indirizzo, come il classico e lo scientifico. In realtà il decreto chiarì che il liceo del Made in Italy era una variante del liceo delle Scienze umane con “opzione economico sociale” (chiamato anche con l’acronimo LES), un indirizzo creato nel 2010.
Tra le materie proposte ci sono, dal terzo anno, “Scienze giuridiche per il Made in Italy” e “Scienze economiche per il Made in Italy”, oltre a storia dell’arte e storia del design che sostituiscono geografia, diritto, economia politica e scienze naturali proposte nel liceo delle Scienze umane. In totale sono previste 27 ore settimanali nei primi due anni e circa 30 ore settimanali dalla terza alla quinta. La legge prevede anche l’istituzione di una Fondazione denominata “imprese e competenze”, che ha il compito di promuovere la collaborazione tra le aziende e il cosiddetto liceo del Made in Italy, con l’obiettivo di favorire l’inserimento nel lavoro degli studenti che escono da quel corso di studi.
Lo scorso anno avevano chiesto di attivare il nuovo indirizzo 128 scuole, ridotte poi a 92 nella fase delle iscrizioni. Solo pochissime riuscirono a formare classi per via del numero basso di studenti. Alle 375 iscrizioni presentate online (lo 0,08 per cento del totale degli studenti) se ne aggiunsero circa un centinaio in forma cartacea nelle settimane successive, per un totale di circa 500 studenti in tutta Italia.
Il ministero dell’Istruzione introdusse una deroga per aggirare i limiti sulla formazione delle classi, permettendo di crearle con un minimo di 17 studenti e non 27, come prevedono le regole nazionali.
Nonostante questo intervento molte scuole dovettero rinunciare e gli studenti iscritti al liceo del Made in Italy finirono nelle classi del liceo delle Scienze umane. «Noi non siamo riusciti a partire perché c’erano pochi studenti, poi passati all’altro indirizzo che comunque ha un programma molto simile: speriamo di riuscirci il prossimo anno», dice Giovanni Carlo Vezzoli, dirigente scolastico dell’istituto Belotti, una delle sole tre scuole della provincia di Bergamo che propone l’indirizzo. In tutta la Bergamasca, dove abita oltre un milione di persone, gli iscritti furono una decina.
Dirigenti scolastici di istituti in diverse regioni hanno spiegato al Post di non aspettarsi molte più iscrizioni rispetto all’anno scolastico in corso perché negli ultimi mesi non sono state date molte nuove informazioni alle famiglie sulle materie e su come stiano andando le attuali classi. L’interesse di studenti e famiglie durante gli open day, ovvero le giornate in cui le scuole raccontano la loro offerta formativa, è stato piuttosto limitato.
La Repubblica Palermo ha scritto che in Sicilia molte scuole hanno rinunciato all’indirizzo: ne sono rimaste solo 2, contro le 17 dello scorso anno. Sono entrambe in provincia di Trapani: il liceo Pascasino di Marsala e il liceo Ignazio e Vincenzo Florio di Erice. «Questa proposta sta andando verso la sua morte naturale», dice Gianna Fracassi, segretaria nazionale della Cgil Scuola. «Il governo e il ministero hanno fatto di tutto per sostenere questa proposta, già lo scorso anno di scarso interesse per gli studenti».
Secondo Fracassi il liceo del Made in Italy tenta di introdurre fin dalle superiori un orientamento lavorativo che dovrebbe essere prerogativa dell’università: «L’obiettivo della scuola dovrebbe essere un altro, cioè dare valide competenze di base. C’è tutto il tempo per diventare imprenditori, dopo le superiori. Questa è un’operazione che non fa gli interessi degli studenti o della scuola, ma della propaganda».
Nella sua prima versione la legge che ha istituito il nuovo indirizzo prevedeva che il liceo del Made in Italy sostituisse gradualmente l’indirizzo economico sociale già previsto dal liceo delle scienze umane. La cancellazione dell’indirizzo economico sociale è stata contestata da comitati creati in molte regioni, formati da associazioni di genitori e insegnanti, oltre che dai sindacati. Durante la discussione nelle commissioni parlamentari il governo ci ha ripensato, presentando due emendamenti per togliere la cancellazione dell’indirizzo economico sociale.
All’inizio di gennaio infine il ministero dell’Istruzione ha informato le scuole di aver posticipato il periodo delle iscrizioni: si possono presentare dal 21 gennaio al 10 febbraio e non più dall’8 al 31 gennaio. L’obiettivo, ha detto in una nota il ministero, è permettere alle scuole di proporre più giornate di orientamento e alle famiglie di avere più tempo per scegliere.
L’8 gennaio il ministero ha pubblicato una nota in cui ha invitato le scuole a utilizzare il tempo in più per illustrare alle famiglie le caratteristiche del liceo del Made in Italy, che per il ministero «rappresenta un elemento di importante innovazione nella complessiva offerta formativa del sistema nazionale di istruzione».