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  • Martedì 14 gennaio 2025

La prima udienza per l’impeachment dell’ex presidente sudcoreano è finita in pochi minuti

A causa della sua assenza: da settimane Yoon Suk-yeol è chiuso nella sua residenza per evitare di essere arrestato

Un'immagine dell'ex presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol durante una manifestazione in suo sostegno a Seul, il 12 gennaio (AP Photo/Ahn Young-joon)
Un'immagine dell'ex presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol durante una manifestazione in suo sostegno a Seul, il 12 gennaio (AP Photo/Ahn Young-joon)
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Martedì alle 14 ora locale (le 6 in Italia) c’è stata la prima delle cinque udienze del processo di impeachment a carico del presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol. Le altre udienze sono previste per il 16, 21 e 23 gennaio e per il 4 febbraio. Durante il processo, i giudici della Corte costituzionale sudcoreana dovranno stabilire se la decisione di Yoon di imporre la legge marziale lo scorso 3 dicembre è stata incostituzionale e se eventualmente può essere considerata un tentativo di insurrezione.

Come da prassi, in seguito all’inizio delle procedure di impeachment Yoon è stato sospeso dal suo incarico: i giudici hanno sei mesi di tempo per decidere se rimuoverlo definitivamente o permettergli di tornare in carica. Per confermare la rimozione di Yoon servono i voti di sei giudici della Corte sugli attuali otto.

La prima udienza è durata appena quattro minuti perché  Yoon non si è presentato in aula. Da settimane l’ex presidente non esce dalla sua residenza per evitare di essere arrestato: oltre alla procedura di impeachment, è indagato per insurrezione e tradimento e contro di lui è stato emesso un mandato di arresto. Se fosse ritenuto colpevole rischierebbe l’ergastolo o la pena di morte. Lo scorso 2 gennaio la polizia era rimasta per quasi sei ore davanti alla sua residenza per provare ad arrestarlo, ma non ci era riuscita a causa della resistenza degli agenti del servizio di sicurezza personale di Yoon.

Se Yoon sarà di nuovo assente all’udienza del 16 gennaio, il processo potrà continuare ugualmente.

La decisione di non partecipare alla prima udienza era già stata annunciata: «Perché il presidente compaia alle udienze devono essere risolti i problemi relativi alla sua sicurezza personale», aveva detto il suo avvocato, Yoon Kab-keun.

Lo scorso 3 dicembre Yoon aveva dichiarato in modo del tutto inaspettato la legge marziale, una misura che assegna poteri straordinari all’esercito, proibisce qualsiasi attività politica, compresa quella del parlamento, permette al governo di prendere il controllo della stampa e vieta qualsiasi forma di sciopero. La decisione è subito stata interpretata come un tentativo di svolta autoritaria, e tutte le forze politiche del parlamento (compreso il partito dell’ex presidente, di orientamento conservatore) avevano votato per annullare la misura. Yoon aveva revocato la legge marziale, che quindi era rimasta in vigore per meno di sei ore.

Yoon era stato inizialmente sostituito dal primo ministro Han Duck-soo, che però era rimasto in carica come presidente ad interim per appena 12 giorni, ed era poi stato a sua volta sospeso da una procedura di impeachment. Dallo scorso 27 dicembre il presidente ad interim è Choi Sang-mok, un economista indipendente ma considerato molto vicino al Partito del Potere Popolare, quello di Yoon e Han.