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  • Lunedì 13 gennaio 2025

Nawaf Salam è stato nominato primo ministro del Libano

Presiede la Corte internazionale di giustizia, ed è sgradito a Hezbollah: adesso dovrà formare un governo, e non sarà facile

Nawaf Salam durante un'udienza della Corte Internazionale di Giustizia, il 19 luglio 2024 (AP Photo/Phil Nijhuis)
Nawaf Salam durante un'udienza della Corte Internazionale di Giustizia, il 19 luglio 2024 (AP Photo/Phil Nijhuis)

Lunedì il neoeletto presidente del Libano Joseph Aoun ha nominato come primo ministro Nawaf Salam, che attualmente presiede la Corte internazionale di giustizia dell’ONU. Durante una votazione in parlamento Salam ha avuto l’appoggio dalla maggioranza dei 128 membri del parlamento: ha ottenuto 85 voti, contro i 9 del primo ministro uscente Najib Mikati; 34 deputati hanno votato invece scheda bianca. Nelle prossime ore Salam raggiungerà il Libano (al momento della nomina si trova all’Aia, nei Paesi Bassi, dove ha sede il tribunale che presiede), per ricevere da Aoun l’incarico di formare un governo.

La nomina di Salam è considerata un segnale della minore rilevanza nella politica libanese del gruppo politico e militare sciita Hezbollah, che aveva sostenuto la riconferma di Mikati. Negli scorsi mesi il gruppo era già stato indebolito prima dalla guerra con Israele, e poi dalla fine del regime di Bashar al Assad in Siria, uno dei suoi principali alleati insieme all’Iran. Anche l’elezione alla presidenza di Joseph Aoun, la settimana scorsa, era stata vista come un segnale della debolezza di Hezbollah, dato che il nuovo presidente è sostenuto dagli Stati Uniti (ostili al gruppo).

In Libano la formazione di un governo è un’operazione generalmente lunga e complicata, non solo a causa dell’esito delle elezioni ma per il sistema politico, che cerca di mantenere un difficoltoso equilibrio tra le principali etnie e religioni del paese. Questo aveva provocato negli ultimi anni una paralisi politica: prima che la scorsa settimana Aoun fosse nominato presidente, l’incarico era rimasto vacante per più di due anni, e il paese era governato da un esecutivo ad interim.

La paralisi politica libanese è accentuata dal fatto che il paese è governato secondo un sistema settario che garantisce certe cariche ai rappresentanti di ciascuna delle molte confessioni religiose presenti nel paese. Per esempio, in Libano il presidente deve sempre essere un cattolico maronita (come Aoun); il primo ministro sempre un musulmano sunnita (come Salam); il presidente del parlamento sempre un musulmano sciita; il vicepresidente del parlamento e il vice primo ministro sempre dei cristiani greco-ortodossi. Anche in parlamento ciascuna confessione religiosa ha alcuni seggi riservati.

Il sistema è pensato per favorire il dialogo tra le varie comunità, ma da tempo ha portato a un blocco della politica libanese, che tra le altre cose ha peggiorato la gravissima crisi economica in cui il Libano si trova da anni.