È iniziato il più grande raduno religioso del mondo
Il Maha Kumbh Mela si svolge in India, durerà 45 giorni e ci si aspetta partecipino più di 400 milioni di persone

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Lunedì a Prayagraj, nel nord dell’India, 2 milioni e mezzo di persone si sono immerse nelle acque dei fiumi della città per celebrare l’inizio del Kumbh Mela, considerato il più partecipato raduno religioso del mondo. Si tiene secondo complicati cicli di 12 anni in varie città dell’India. Quest’anno a Prayagraj si conclude uno di questi cicli, e quindi quella in corso è un’edizione speciale, chiamata Maha Kumbh Mela, che attira ancora più pellegrini del solito: nei 45 giorni di festività sono attesi in città 400 milioni di fedeli.
Prayagraj, che di solito ha attorno a un milione di abitanti, si trova alla confluenza dei fiumi Gange e Yamuna, sacri per l’induismo, a cui si aggiunge un terzo fiume mitico, la Saraswati, che è invisibile e in realtà non scorre fisicamente in città. In pratica la celebrazione consiste in una serie di bagni rituali, a cui prendono parte sia i fedeli comuni che i sadhu, termine con cui nell’induismo si indicano gli asceti o “santoni”: i più riconoscibili sono i naga sadhu, quelli con capelli e barba lunghi che si immergono nel fiume svestiti e coperti di cenere. Per la religione indù fare il bagno nei fiumi sacri permette di purificarsi dai peccati e avvicinarsi alla liberazione dal ciclo di morte e reincarnazione in cui si ritiene sia imprigionata l’anima.
L’immersione è particolarmente propizia in certi giorni, scelti secondo calcoli astrologici con un calendario basato sui movimenti del Sole, della Luna e di Giove: in quelle date è prevista una partecipazione ai riti ancora maggiore. Quest’anno le circostanze astrologiche rendono il Maha Kumbh Mela eccezionale: secondo gli astrologi induisti si svolgerebbe in concomitanza con un particolare allineamento dei tre corpi celesti, che si verificherebbe solo ogni 144 anni. Anche per questo ci si aspetta una partecipazione così alta.
Il Kumbh Mela deriva da tradizioni molto antiche, ma a Prayagraj nella sua forma attuale è documentato solo a partire dalla fine dell’Ottocento. Il suo nome significa “festival della caraffa”, in riferimento a una caraffa contenente il nettare dell’immortalità che in un mito il dio Vishnu riesce a strappare ad alcuni demoni. Secondo la versione della storia più diffusa oggi, nella lotta dalla caraffa sarebbero uscite quattro gocce di nettare, cadute sulle città in cui si tengono le edizioni maggiori: oltre a Prayagraj anche Haridwar, Nashik e Ujjain. Oltre al Maha Kumbh Mela, esiste anche l’Ardh Kumbh Mela (“mezzo Kumbh Mela”), una celebrazione su scala leggermente minore che si tiene a metà fra un Maha Kumbh Mela e l’altro (l’ultimo è stato nel 2019).
Il punto in cui confluiscono i fiumi di Prayagraj si chiama Triveni Sangam, cioè confluenza fra tre fiumi: Gange, Yamuna e Saraswati. Il Gange è uno dei fiumi più grandi del mondo e il principale fiume del nord dell’India, mentre lo Yamuna, che passa anche dalla capitale New Delhi, è uno dei suoi principali affluenti. Per la Saraswati le cose sono un po’ più complicate: è citata nei più antichi testi sacri dell’induismo, ma di fatto oggi non esiste alcun fiume con quelle caratteristiche. È possibile che fosse un fiume realmente esistito che ha cambiato corso con il passare dei secoli, o forse si è unito al letto di un altro fiume: anche se non esiste concretamente, ha una grande importanza religiosa per l’induismo, e i fedeli credono che si unisca “spiritualmente” agli altri due proprio a Prayagraj.
All’organizzazione dell’evento partecipano più di 100mila persone, fra cui 40mila agenti di polizia che dovranno gestire l’afflusso per evitare che si creino problemi. In città sono state installate migliaia di telecamere, alcune dotate di programmi basati sull’intelligenza artificiale per la misura dei flussi di persone, e contribuiranno alla sorveglianza anche droni aerei e subacquei. L’azienda ferroviaria indiana ha aggiunto alla rete 98 treni e ha programmato 3.300 corse extra per i pellegrini, oltre ai normali collegamenti con Prayagraj, e anche gli altri trasporti sono stati rafforzati.
Secondo i programmi i milioni di pellegrini che giungeranno a Prayagraj nei 45 giorni del festival dovranno essere accolti in un’enorme tendopoli di 40 chilometri quadrati, con 150mila tende, 145mila bagni pubblici, 3mila cucine e 99 parcheggi. Fino a domenica però alcune parti del campo non erano ancora pronte. In alcune aree mancava l’acqua, mentre decine di migliaia di gabinetti dovevano ancora essere installati. Un funzionario locale ha spiegato a BBC News che l’allestimento è stato rallentato anche dalle piogge monsoniche, che quest’anno sono durate più del previsto.

L’accampamento per i pellegrini (EPA/RAJAT GUPTA)
Per il festival di quest’anno il governo federale indiano ha stanziato l’equivalente di 790 milioni di euro, mentre quello dell’Uttar Pradesh, lo stato federato dove si trova Prayagraj, 2 miliardi e 830 milioni di euro. Il primo ministro Narendra Modi, che governa l’India dal 2014, ha promosso molto il Kumbh Mela, assieme a varie pratiche associate all’induismo, come lo yoga. Sia Modi che il governatore dell’Uttar Pradesh, il monaco induista Yogi Adityanath, fanno parte del Bharatiya Janata Party (BJP), un partito vicino al cosiddetto nazionalismo indù, la corrente politica che lega l’identità indiana alle tradizioni induiste (anche tramite l’esclusione della grossa minoranza religiosa islamica del paese).
Fra le politiche del BJP per promuovere l’associazione fra la città e il Kumbh Mela c’è anche il cambiamento del nome della città stessa: Prayagraj è l’antico nome di quella che fra il Cinquecento e il 2018 è stata chiamata Allahabad, denominazione scelta dagli imperatori musulmani della dinastia Moghul che governò gran parte dell’India prima del dominio coloniale inglese. Il ritorno a Prayagraj non solo ha rimosso l’evidente impronta islamica di quello precedente, ma richiama anche la confluenza e l’importanza religiosa della città: “prayagraj” in hindi significa proprio “la più importante delle confluenze”.
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