«Non tutti gli alberi di Natale sono commestibili»
L'ha dovuto specificare l'autorità belga per la sicurezza alimentare dopo che una città aveva pubblicato un consiglio un po' pericoloso per ridurre gli sprechi

Con la fine delle feste di Natale la città di Gand, la terza più grande in Belgio con poco più di 260mila abitanti, ha condiviso con i cittadini una serie di consigli per ridurre gli sprechi. Tra questi, uno in particolare ha attirato l’attenzione delle autorità per la sicurezza alimentare e della stampa nazionale e internazionale: riciclare l’albero di Natale utilizzando gli aghi per produrre burro aromatizzato, una pratica molto pericolosa per la salute delle persone.
L’amministrazione aveva pubblicato la lista dei consigli poco dopo l’inizio dell’anno nuovo. Includeva una serie di idee abbastanza scontate – come invitare gli amici per consumare insieme gli avanzi, rivendere o ridistribuire i regali che non servono, riciclare la carta regalo – e una più particolare: «mangia il tuo albero di Natale», diceva. Il testo originale consigliava semplicemente di tagliare gli aghi, immergerli in acqua bollente, passare al setaccio e poi farli asciugare su un panno, per poi utilizzarli nel burro sciolto per aromatizzarlo, spalmarlo sul pane tostato o farci delle torte.
Questo procedimento può essere seguito per aghi raccolti da conifere cresciute in ambienti naturali e poco contaminati, ma è molto pericoloso se applicato agli alberi venduti a scopo decorativo. Nella maggior parte dei casi questi sono trattati con pesticidi e con sostanze chimiche che servono a renderli più resistenti alle fiamme, dato il rischio non trascurabile di piccoli incendi causati dalle lucine. Inoltre per fare gli alberi di Natale vengono utilizzate diverse specie di conifere, non tutte sicure allo stesso modo. Tra queste ci sono anche i tassi, molto comuni in passato e ancora in circolazione, i cui aghi sono velenosi se ingeriti. Per questo motivo in anni più recenti è sconsigliato usare il tasso anche solo a scopo decorativo se in presenza di bambini o animali domestici.

(Joe Raedle/Getty Images)
Il testo pubblicato dal comune di Gand però accennava soltanto brevemente a questi rischi e diceva invece che «gli alberi di Natale sono commestibili», senza grandi cautele comunicative. L’iniziativa ha attirato l’attenzione della stampa e portato all’intervento dell’Agenzia federale per la sicurezza della catena alimentare (AFSCA) del Belgio, che mercoledì ha diffuso una nota in cui specifica che «gli alberi di Natale non sono destinati alla catena alimentare» e che quanto consigliato dall’amministrazione di Gand è molto pericoloso perché non c’è modo per i cittadini di sapere con certezza con quali sostanze sia stato trattato l’albero prima di essere venduto, o (per i non esperti) di sapere a che specie appartiene.
Qualche ora dopo il comune ha eliminato i post sui social e ha modificato il testo sul sito, mantenendo il consiglio ma cambiando il titolo, che è diventato «Gli scandinavi mangiano gli alberi di Natale». Ha inoltre specificato che «non tutti gli alberi di Natale sono commestibili» e che l’AFSCA sconsiglia di mangiare quelli cresciuti in Belgio. Anche la nuova versione, tuttavia, è ritenuta poco sicura: una storica del cibo danese ha spiegato al New York Times che sebbene sia vero che in alcuni contesti professionali gli aghi delle conifere siano utilizzati a scopo alimentare (per esempio nel celebre ristorante stellato di Copenhagen Noma), non sono le conifere coltivate per fare gli alberi di Natale a essere utilizzate. Bauer ha anche spiegato che l’unico caso documentato di questa abitudine risale alla Seconda guerra mondiale, quando le persone dovevano sopravvivere a dure ristrettezze alimentari.
Esistono dei modi più efficaci di riciclare gli alberi di Natale veri: per esempio il comune di New York li raccoglie e li utilizza per farci il pacciame con cui trattare gli alberi dei parchi cittadini; lo zoo di Berlino li raccoglie da canali certificati e li usa per gli animali, in alcuni casi come cibo o come gioco; nel Regno Unito si sono inventati una competizione per incentivare i cittadini a portarli nei punti di riciclo. Si possono usare per fare il cippato (cioè scaglie di legno usate come combustibile) o per il camino.
Ogni anno nel mondo vengono vendute decine di milioni di conifere per fare gli alberi di Natale: solo in Europa si stima che se ne vendano 60 milioni all’anno, molti delle quali provengono proprio dal Belgio, il secondo paese dopo la Danimarca per le esportazioni in questo settore.