«Tu per chi tifi a Masterchef?»
Dopo 14 anni il programma di cucina di Sky continua a essere seguitissimo, più per le storie dei concorrenti che per i piatti
Ieri sera, come tutti i giovedì di gennaio dal 2012, in tv c’era Masterchef Italia, uno dei programmi più seguiti di Sky. In tutto, tra chi lo guarda quando esce e chi lo recupera in streaming, sono circa 2,2 milioni le persone che lo seguono in Italia, un numero molto alto anche per i programmi della tv in chiaro e a maggior ragione per un canale a pagamento. A questo risultato Masterchef è arrivato puntando sugli appassionati di cucina, che si divertono a seguire e commentare gli aspetti più tecnici delle prove, ma anche sul pubblico generalista, a cui piace soprattutto tifare per i concorrenti ritenuti più meritevoli o semplicemente più simpatici.
A quasi tutti viene rapidamente assegnato un personaggio, più o meno ufficialmente. Quest’anno c’erano il tiktoker, la “strega” e l’aspirante miss Italia. Ma anche “l’iraniano” e la chic. E ancora la modella, il bagnino e l’allevatore di polli. Negli ultimi anni è stato dato sempre più spazio alle storie dei concorrenti e ai loro personaggi, che cominciano a delinearsi a partire dalle prime selezioni e si definiscono poi attraverso amicizie, rivalità, commenti e strategie lungo tutta la durata del programma. Dietro c’è un lavoro degli autori, naturalmente, ma anche il fatto che gli aspiranti concorrenti sono molto aumentati negli anni e sono sempre più a forma di Masterchef.
Il format di Masterchef, che è stato replicato in oltre 60 paesi nell’arco di più di trent’anni, e che in Italia viene prodotto da Endemol Shine Italy, prevede che i concorrenti siano cuochi dilettanti. In Italia questa regola è fatta rispettare in modo particolarmente rigido, tanto che basta aver fatto un mese di stage in una cucina da giovani per essere automaticamente esclusi. Per via della crescente popolarità del programma, nelle ultime edizioni i candidati sono aumentati e arrivati a circa 1.500 all’anno: per la gran parte vengono scremati dagli autori, prima di essere presentati ai giudici per le selezioni finali e poi eventualmente finire tra i migliori 20, nella classe di Masterchef.
Negli ultimi anni, accanto al tema della cucina, è stato dato sempre più spazio alle storie personali dei concorrenti. Per esempio ora arrivano alle selezioni accompagnati da parenti o amici che contribuiscono a raccontarli e a dare spessore alle loro personalità, a volte con immagini di copertura girate fuori dagli studi del programma.
Dopo Masterchef, è sempre più frequente che i concorrenti sfruttino la visibilità guadagnata per diventare content creator anche molto seguiti, soprattutto considerato quanto i video di ricette abbiano successo su social network come YouTube, Instagram e TikTok. La vincitrice dell’edizione del 2024, Eleonora Riso, è diventata per esempio una piccola celebrità di TikTok insieme al concorrente Niccolò Califano, con cui dopo Masterchef ha iniziato una relazione. Entrambi sono rappresentati da Endemol Shine Italy, la società di produzione di Masterchef.
A rendere i personaggi di Masterchef così coinvolgenti per il pubblico c’è il fatto che «sono persone che fanno tutt’altro e che vogliono davvero cambiare vita», spiega Stefania Rosatto, curatrice del programma. In generale, rispetto a una volta, con l’aumento della popolarità del programma e degli aspiranti concorrenti, il livello di entusiasmo si è alzato: «certe persone con meno motivazione che un tempo avrebbero superato le selezioni oggi non si vedono più tra i partecipanti».
Gli aspiranti concorrenti non sono solo di più di una volta, ma si pongono anche in modo diverso. «Ci sono ragazzi giovani, attorno ai vent’anni, che sono cresciuti guardando Masterchef. Sanno tutto, conoscono le prove e hanno già la “forma” dei concorrenti del programma: calcano un po’ le loro caratteristiche apposta», racconta Rosatto. «Anche ai casting, dove pure si presentano persone molto varie, hanno imparato quello che funziona: prima stavano più sulle loro, ora hanno capito che se si fanno notare magari hanno più possibilità. Insomma sono già personaggi, non li montiamo noi».
Rosatto fa l’esempio di Martina, che dalla prima puntata di questa edizione si è presentata autonomamente col teschio di un coniglio, Armando, come portafortuna, ponendo le basi per diventare la “strega” di questa edizione. Quest’anno poi Ilaria ha raccontato di aver sofferto di depressione, Reza della fuga della sua famiglia dall’Iran e Franco di come è iniziata la storia d’amore col compagno poco prima del lockdown del 2020. In generale ricorrono storie di tentativi di riscatto dopo anni passati a rispondere alle aspettative degli altri, e di passioni per la cucina nate dal superamento di difficoltà nella vita o disturbi alimentari. È un aspetto tipico di tutti i talent show, ma che in questo caso è particolarmente importante, dal momento che per gli spettatori non è facile valutare i concorrenti sulla base dei piatti che cucinano (come si fa per esempio guardando XFactor e giudicando performance e canzoni).
Dietro Masterchef ci sono circa una dozzina di autori, che seguono sia la parte di costruzione del programma (le regole delle diverse prove, le sfide in esterna, gli ospiti, gli argomenti delle puntate), che la parte dedicata ai cosiddetti “confessionali”. Non c’è niente di scritto o guidato nelle cose che raccontano i concorrenti, anche se naturalmente in fase di montaggio viene tenuta solo una piccola parte dei loro commenti: «nei confessionali si chiede ai concorrenti di ripercorrere e commentare tutta la giornata, raccontando le loro emozioni durante le prove, il loro punto di vista», spiega Rosatto: «poi quando andiamo al montaggio usiamo quel materiale per costruire la narrazione del personaggio parallela alla prova vera e propria: per esempio esaltando la storia di quello che ci è rimasto male per qualche motivo». Molto spazio viene dato alle dichiarazioni di competitività dei concorrenti, alle affermazioni che aiutano a capire alleanze, amicizie e antipatie.
Anche i personaggi dei giudici si sono evoluti nel corso degli anni ed è una cosa che non è passata inosservata agli spettatori. Un tempo sembravano più incentivati a fare spettacolo, anche esasperando certe proprie caratteristiche e reazioni al punto da umiliare i concorrenti. Le scene di Carlo Cracco che grida in faccia ai concorrenti e di Joe Bastianich che lancia i piatti sono diventate dei meme, ma da anni entrambi sono usciti dal programma e di scene del genere non se ne vedono più. In parte hanno giocato un ruolo le critiche, sia di chi li giudicava poco rispettosi nei confronti dei concorrenti, sia per i messaggi diseducativi che comunicavano (per esempio sul buttare il cibo prima ancora di averlo assaggiato).
Dalla produzione di Masterchef insistono però nel dire che anche l’evoluzione dei giudici è avvenuta in modo naturale, e che quelli che ci sono ora e che resistono da diversi anni – Bruno Barbieri, Antonino Cannavacciuolo e Giorgio Locatelli – funzionano particolarmente bene perché sono diventati amici anche nella vita. «Ognuno ha trovato la sua caratteristica: Locatelli è il gentleman, Barbieri quello più rigido, Cannavacciuolo quello che dà le pacche sulla spalla».