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  • Giovedì 9 gennaio 2025

Le polemiche su una pubblicità elettorale dei Verdi tedeschi su un edificio storico di Monaco

Hanno proiettato un'immagine del loro candidato cancelliere senza permesso, facendo arrabbiare persino i loro rappresentanti locali

(foto dell'utente di X Annamarinada11)
(foto dell'utente di X Annamarinada11)
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Venerdì scorso per circa un’ora è stata proiettata sulla Porta della Vittoria a Monaco di Baviera, uno dei monumenti più famosi della città, un’immagine del candidato cancelliere dei Verdi, Robert Habeck, con la scritta «Cancelliere dell’Alleanza. Una persona. Una parola». La Germania è nel pieno della campagna elettorale, dopo una crisi politica che si era aperta a novembre scorso e che si è risolta con la decisione di andare a elezioni anticipate, previste per il prossimo 23 febbraio.

Poco dopo l’immagine è stata rimossa per un semplice motivo: i Verdi non avevano l’autorizzazione per proiettarla, dato che non l’avevano chiesta (le pubblicità elettorali sono regolate molto precisamente, in Germania). In più, non erano stati avvisati nemmeno i rappresentanti locali dei Verdi, che hanno duramente criticato l’iniziativa e hanno detto che multeranno gli organizzatori, cioè il partito stesso. Questo piccolo equivoco dice molto dello stato dei Verdi, che ormai da mesi stanno attraversando una crisi interna e di consensi.

Il vicesindaco della città Dominik Krause, espressione proprio dei Verdi, ha dichiarato in un comunicato che «l’azione è stata tutt’altro che un successo. I nostri edifici storici a Monaco non dovrebbero essere utilizzati per campagne elettorali». Ha aggiunto di aver chiesto alla divisione federale di «astenersi da simili azioni non coordinate in futuro».

Hanna Sammüller-Gradl, anche lei membro dei Verdi e a capo del Dipartimento amministrativo distrettuale della città, che fra le altre cose si occupa di emettere i permessi in questi casi, ha detto di aver appreso della proiezione dalla polizia e dai giornali.

È soltanto l’ultimo segnale di un partito che appare sempre più diviso al suo interno fra le varie fazioni, quella più riformista e quella più radicale, e che sta faticando a unirsi dietro la candidatura di Habeck. Che fra l’altro, essendo vice-cancelliere dell’impopolarissimo governo uscente, non ha più moltissimo capitale politico da spendere. Anche la campagna elettorale del partito, fin qui, è stata piuttosto anonima. La Süddeutsche Zeitung ha commentato che al momento il manifesto proiettato a Monaco è stato l’unico fra quelli dei Verdi di cui si è parlato a livello nazionale.

I Verdi stanno facendo i conti con un grande calo di popolarità, come del resto un po’ tutti i partiti ecologisti in Europa: alle europee dello scorso giugno avevano preso l’11,9 per cento dei voti, contro il 20,5 per cento del 2019. Nei più recenti sondaggi nazionali il partito si attesta attorno al 13 per cento delle intenzioni di voto, ma in alcuni anche al di sotto, mentre alle elezioni del 2021 aveva raccolto il 14,7 per cento.

A lamentarsi della pubblicità elettorale sulla Porta della Vittoria – in tedesco si chiama Siegestor, è uno degli edifici più famosi della città e ricorda gli archi di trionfo costruiti dai Romani –  sono stati anche gli alleati di governo dei Verdi, cioè i partiti con cui fanno parte della cosiddetta “coalizione semaforo”, come è stata chiamata quella formata dal partito Socialdemocratico dell’impopolare cancelliere Olaf Scholz (colore di partito rosso), dal Partito Liberaldemocratico, centrista e pro-mercato (colore di partito giallo) e dai Verdi (colore di partito ovvio).

Tra gli ex alleati ormai da mesi ci sono diverse tensioni: tra le altre cose, una differenza di vedute su come affrontare la grave crisi industriale ed economica che ha colpito il paese innescando la crisi di governo che ha portato a elezioni anticipate.

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