È morto Rino Tommasi
Famoso e amato giornalista sportivo, seguiva soprattutto boxe e tennis: aveva 90 anni
Mercoledì mattina è morto il giornalista sportivo Salvatore Tommasi, detto Rino, che aveva 90 anni e per molto tempo aveva raccontato lo sport sui giornali e in televisione: era nato nel 1934 a Verona, dov’è morto. Esperto principalmente di tennis e boxe, aveva lavorato per diversi quotidiani come la Gazzetta dello Sport, Tuttosport e il Mattino, e per varie emittenti televisive.
Su Canale 5 fu il primo direttore dei servizi sportivi, all’inizio degli anni Ottanta, poi passò a Telepiù, dove divennero molto note e apprezzate le telecronache di tennis fatte assieme a Gianni Clerici, morto due anni fa. Seguì il pugilato non solo da giornalista e telecronista, ma anche come organizzatore, perché soprattutto negli anni Sessanta organizzò a Roma vari incontri piuttosto prestigiosi.
Per due volte, nel 1982 e nel 1991, fu premiato dall’ATP, il principale circuito tennistico maschile, come miglior scrittore di tennis dell’anno. Era esperto anche di altri sport, soprattutto americani: commentò diversi Super Bowl e seguì undici edizioni delle Olimpiadi (a Londra, nel 2012, fu premiato come uno dei giornalisti più presenti nella storia dei Giochi). Aveva uno stile molto particolare, tanto autorevole quanto coinvolgente e ironico. Era inoltre molto attento e interessato all’utilizzo dei numeri e dei dati ed era anche un eccellente inventore di neologismi e nuove espressioni per raccontare lo sport, soprattutto durante le telecronache con Clerici.
«Tommasi sembrava un computer umano, non sbagliava una data o il risultato di un incontro o un dato, mentre Clerici gli contendeva la capacità aneddotica e culturale. Non a caso, reciprocamente si chiamavano ComputeRino e Dottor Divago», ricorda il Corriere della Sera. Dopo la notizia della sua morte, molti giornali hanno pubblicato una frase attribuita a Gianni Brera, forse il più noto giornalista sportivo italiano di sempre, che lo descriveva come «un cervello essenzialmente matematico però capace di digressioni epico-fantastiche quali consente uno sport come il pugilato. Io lo chiamo Professore senza la minima ombra di esagerazione scherzosa».
Il sito specializzato Ubitennis ha raccolto un po’ di neologismi e modi di dire introdotti da Tommasi e oggi diventati di uso comune nel racconto dello sport, in particolare del tennis: «Il suo personalissimo cartellino (quello usato per assegnare i round nella boxe, ndr), il 3-0 pesante, quello con due break di vantaggio, la palla calante che inevitabilmente portava ad una volèe perdente, il diritto anomalo, i tennisti che, chiamati a giocare di fino, rivelavano le umili origini, e poi la benedizione, la veronica, il ricamo che a volte diventava ricamino». Era famoso anche il circoletto rosso, il modo che usava per annotarsi sul taccuino un punto particolarmente spettacolare.