Il vecchio caso che Elon Musk sta usando per attaccare il governo britannico
Il proprietario di X ha riesumato un caso di abusi sessuali che l’attuale primo ministro Keir Starmer affrontò (in realtà molto efficacemente) quand’era procuratore generale
Nel Regno Unito si è tornato a parlare molto di un gravissimo caso di abusi sessuali sistematici che risale a più di dieci anni fa. La ragione è che ci si è fissato Elon Musk: sul suo social X ha promosso una notevole campagna di disinformazione fatta di bugie e informazioni false e distorte, come ormai gli capita a cadenza giornaliera, e ha chiesto le dimissioni e addirittura l’incarcerazione del primo ministro Keir Starmer, che all’epoca era procuratore generale, accusandolo falsamente d’aver insabbiato il caso.
L’opposizione di destra ha strumentalizzato la cosa, a partire dal rifiuto del governo dei Laburisti di aprire una seconda inchiesta, oltre a quella già conclusa nel 2022. L’insistenza di Musk e le polemiche della destra hanno comunque avuto conseguenze concrete: lunedì la ministra dell’Interno, Yvette Cooper, ha promesso provvedimenti più stretti sugli abusi sessuali nei confronti dei minori.
Di cosa stiamo parlando
Nel Regno Unito il caso prende il nome dalle cosiddette grooming gangs, dove grooming significa “adescamento”. In seguito ad alcune inchieste giornalistiche, una decina di anni fa si scoprì che per anni in diverse città dell’Inghilterra settentrionale gruppi di maschi, prevalentemente di origine pachistana e di altri paesi asiatici, avevano adescato e poi abusato sessualmente di centinaia di bambine e ragazze, prevalentemente bianche, tra gli 11 e i 16 anni d’età. Il ruolo delle inchieste fu in sostanza quello di connettere i casi tra loro denunciando l’esistenza di una rete criminale che sfruttava bambine e ragazze.
I casi furono estesi e oggi sono ben noti e raccontati: esistono per esempio diversi documentari che li ricostruiscono. I più gravi avvennero a Rotherham, il posto su cui si concentrarono anche le prime inchieste giornalistiche. Un rapporto indipendente commissionato dalla polizia di Rotherham e diffuso nel 2014 stimò che tra il 1997 e il 2013 più di 1.400 bambine e ragazze siano state sfruttate a scopo sessuale in questa città, che ha 71mila abitanti. Altri casi avvennero a Telford, a nordovest di Birmingham: con oltre mille persone coinvolte in quarant’anni.
All’epoca ci furono critiche perché in alcuni dei casi le autorità avevano esitato a concentrarsi sull’origine etnica degli arrestati per non essere accusate di razzismo: o almeno così ne scrissero i giornali. Su questa base, Musk e gli attivisti di estrema destra sostengono che i casi siano stati insabbiati, in sintesi per la corrente di pensiero del “politicamente corretto”: una tesi molto cara alla destra occidentale secondo cui le persone progressiste tendono a evitare di occuparsi di problemi che riguardano persone non occidentali, per timore di offendere la loro cultura e le loro tradizioni. Le indagini successive, incluso il report indipendente del 2014, contestarono alcuni aspetti dell’indagine, ma conclusero che non ci fu alcun insabbiamento.
Cosa c’entra il primo ministro
Sono del tutto pretestuose anche le accuse di Musk a Starmer, che anzi da procuratore si impegnò per far riaprire numerosi casi e per cambiare il modo in cui venivano trattati. Dal 2008 al 2013 Starmer fu infatti procuratore generale del Crown Prosecution Service (CPS) di Inghilterra e Galles: in pratica coordinava i vari pubblici ministeri.
Nel 2009 ci fu un solo caso a Rochdale, a nord di Manchester, per cui il CPS decise di non dare seguito alle indagini con un’incriminazione, ma avvenne nei primi mesi dell’incarico di Starmer e non ci sono prove che il futuro primo ministro abbia avuto un ruolo. In seguito, nel 2011, lo stesso caso fu riaperto da Nazir Afzal, il procuratore capo nominato proprio da Starmer per l’area dell’Inghilterra nord-occidentale.
Il report indipendente del 2014 rilevò inoltre che l’atteggiamento del CPS era cambiato durante il periodo in cui lo guidava Starmer, diventando più ricettivo sui casi di abusi sessuali segnalati dalla polizia. Nel 2013 un’indagine della commissione Interni della Camera dei Comuni (la camera bassa britannica) arrivò alla medesima conclusione, ritenendo la condotta del CPS migliore di quella di altre agenzie governative.
Starmer contribuì inoltre a cambiare le linee guida del CPS per incoraggiare la polizia a investigare sui possibili abusi, contrastando la consuetudine di non considerare attendibili le testimonianze di persone che non avevano sporto denuncia sùbito, o che erano sotto l’effetto di alcol o droga. Vennero anche riformate le regole dei processi per renderli meno traumatici per le vittime.
Lunedì Starmer ha risposto alle accuse citando i numeri dei procedimenti penali aperti per adescamento e abusi sessuali su minorenni durante il suo mandato, sostenendo che non fossero mai stati così alti. Non ci sono dati precisi, perché non esiste un reato specifico nell’ordinamento britannico, ma il numero di condanne effettivamente aumentò: ce ne furono 35 tra il 2010 e il 2014, a fronte delle 17 tra il 1997 e il 2010. Infine Starmer promosse la creazione di una commissione nazionale per riesaminare i casi passati, a cui per la prima volta parteciparono esperti esterni.
Un’altra delle critiche di Musk e dell’opposizione di destra, cioè dei Conservatori e di Reform UK (il partito di Nigel Farage), riguarda il rifiuto del governo di riaprire un’indagine nazionale su richiesta del consiglio municipale di Oldham, una delle città dove ci furono i casi. Il governo aveva invece indicato di condurre un’indagine a livello locale.
La decisione è stata presa lo scorso ottobre dalla sottosegretaria all’Interno, Jess Phillips, che Musk ha definito una «apologeta del genocidio dello stupro», qualunque cosa voglia dire. Era passata praticamente inosservata: anche perché due anni prima il governo dei Conservatori aveva fatto lo stesso e perché, come detto, un’inchiesta nazionale c’era già stata: condotta peraltro da Alexis Jay, l’esperta che aveva redatto anche il report del 2014. Nei primi giorni del 2025 l’ha ritirata fuori GB News, una specie di Fox News britannica, e Musk si è accodato, ingigantendola.
La stessa professoressa Jay ha detto che secondo lei non serve una nuova inchiesta, e che il governo dovrebbe implementare le raccomandazioni della sua, iniziata nel 2015 pubblicata nel febbraio del 2022. Questa seconda indagine di Jay ricostruì la portata dei casi e analizzò il modo in cui il sistema giudiziario li aveva affrontati, ma soprattutto fece 20 proposte su come avrebbe dovuto attrezzarsi in futuro, per evitare che si ripetessero. Tra queste c’era l’istituzione di un’autorità nazionale per la tutela dei minorenni.
La ministra dell’Interno, Cooper, ha promesso di adottare alcune di queste raccomandazioni. Tra i provvedimenti annunciati lunedì dal governo ci sono pene detentive più lunghe, l’indicazione dell’adescamento come un’aggravante e l’obbligo di denunciare i casi di abuso da parte delle persone che lavorano nei servizi sociali e nell’assistenza ai minori.
Lunedì Starmer ha criticato le intromissioni di Musk, come in questi giorni il presidente francese Emmanuel Macron e il cancelliere tedesco Olaf Scholz: «Abbiamo visto questo copione molte volte: scatenare intimidazioni e minacce di violenza, sperando che i media le amplifichino», cosa che in effetti è puntualmente avvenuta.
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