I video diffusi dal TG3 sull’inseguimento di Ramy Elgaml

Mostrano una macchina dei carabinieri andare addosso alla moto su cui viaggiava il 19enne morto a Milano lo scorso novembre

Un fermo immagine del video pubblicato dal TG3 che riprende l'inseguimento dello scooter su cui si trovava il 19enne Ramy Elgaml da parte dei Carabinieri
Un fermo immagine del video pubblicato dal TG3 che riprende l'inseguimento dello scooter su cui si trovava il 19enne Ramy Elgaml da parte dei Carabinieri
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Martedì il TG3 ha pubblicato alcuni video che contengono ulteriori particolari sull’inseguimento e sull’incidente dello scooter su cui si trovava il 19enne di origine egiziana Ramy Elgaml, morto a fine novembre a Milano proprio al termine del lungo e pericoloso inseguimento da parte dei carabinieri, dopo che non si era fermato a un posto di blocco. La sua morte aveva provocato estese proteste ed è al centro di un’indagine della procura di Milano in cui sono indagati tre agenti.

I video contengono ulteriori dettagli sia sul comportamento degli agenti durante l’inseguimento sia sul momento dell’incidente a seguito del quale è morto Elgaml: si vedono gli agenti speronare lo scooter a bordo del quale si trovavano Elgaml e l’amico 22enne che lo guidava, Fares Bouzidi; si sentono gli agenti imprecare più volte perché i due non cadono a terra durante l’inseguimento; si vede, infine, l’automobile dei carabinieri andare addosso allo scooter mentre entrambi i veicoli finiscono su un marciapiede andando contro un palo. Dal video sembra che ci sia un contatto tra auto e scooter, ma non è possibile stabilire quando avvenga. Si vede invece il motorino cadere a terra mentre finisce sul marciapiede e andare contro un cartello stradale.

I video verranno esaminati nel corso delle indagini e potrebbero essere utili a chiarire se lo scooter sia caduto a terra per via di un impatto con l’auto dei carabinieri oppure da solo, come sostenuto finora dagli agenti. Al contrario, finora la famiglia di Elgaml e i suoi conoscenti hanno sostenuto che ci sia stato un nesso causale tra le azioni dei carabinieri e la sua morte: è la ragione da cui sono scaturite le proteste a Milano nel quartiere da cui veniva Elgaml, Corvetto. Bouzidi, che guidava lo scooter su cui era Elgaml, aveva detto nella sua testimonianza che c’era stato un impatto tra l’auto dei carabinieri e lo scooter prima che cadesse.

I video diffusi dal TG3 sono girati in parte dalla telecamera montata su una delle tre automobili dei carabinieri impegnate nell’inseguimento di Elgaml e Bouzidi, in parte da due telecamere del comune di Milano, nel punto in cui Elgaml è caduto dallo scooter e poi è morto.

I video girati dalla telecamera montata sull’auto degli agenti riprendono il pericoloso e velocissimo inseguimento nelle vie del centro, e contengono anche alcune registrazioni delle comunicazioni scambiate tra gli agenti. In uno si vede un primo urto tra lo scooter e l’automobile, a seguito del quale lo scooter vacilla ma non cade a terra e poi si allontana. Si sentono gli agenti all’interno dell’auto dire: «Vaffanculo, non è caduto!». In un altro video si vede una seconda automobile dei Carabinieri, davanti a quella che registra, venire superata da destra dallo scooter: si sente l’agente dentro l’automobile urlare al collega di «chiudere» lo scooter, cioè di spostarsi verso destra per impedirgli il passaggio: anche in questo caso lo scooter accelera, non cade e scatta in avanti. Si sente l’agente imprecare di nuovo: «No, merda, non è caduto!».

I due video ripresi dalle telecamere del comune di Milano, infine, riprendono il momento in cui lo scooter cade. Quello che sembra mostrare l’impatto tra l’auto dei carabinieri e lo scooter è il secondo: si vede l’auto precipitarsi contro il marciapiede, e lo scooter sbattere contro un palo e cadere a terra, dopo quello che sembra un impatto tra i due mezzi.

La tesi dello scontro tra l’auto dei carabinieri e lo scooter è stata sostenuta finora da due fonti: lo stesso Bouzidi, ascoltato dalla procura di Milano il mese scorso, e un testimone che avrebbe filmato lo schianto. Il testimone aveva detto di essere stato obbligato dagli agenti a cancellare il video in cui riprendeva l’urto. Dei tre agenti indagati, due lo sono perché accusati di falso in atto pubblico, perché avrebbero omesso dal verbale d’arresto l’impatto tra l’auto dei carabinieri e il motorino. Sono accusati anche di depistaggio, in questo caso perché avrebbero fatto cancellare il video ripreso dal testimone.