Il forte terremoto in Tibet ha ucciso più di 100 persone
È uno dei più gravi nella storia recente della regione: ha danneggiato centinaia di edifici ed è stato sentito anche in Nepal e India
Il forte terremoto di martedì mattina in Tibet, regione autonoma nel sud-ovest della Cina, ha causato almeno 126 morti e 188 feriti. È stato di magnitudo 6.8 ed è avvenuto alle 9:05 locali, le 2:05 in Italia, con epicentro nella contea di Tingri, vicino al confine con il Nepal, e ipocentro a una profondità di 10 chilometri. Al momento non è chiaro quante altre persone non si trovino: a ogni modo se ne parla già come uno dei più disastrosi della storia recente della regione, che ha 3,6 milioni di abitanti.
L’area attorno all’epicentro è prevalentemente rurale, con poche città abitate: ci sono circa 30 piccoli centri, con poco meno di 7mila abitanti totali. Si trova a 380 chilometri da Lhasa, la capitale del Tibet, a circa 75 dall’Everest e a una ventina da Shigatse, la seconda città più grande della regione, che è abitata in totale da 800mila persone. Le immagini condivise dall’emittente statale CCTV mostrano numerosi edifici distrutti o crollati su loro stessi, e in tutta la regione ci sono interruzioni nel servizio elettrico e nell’erogazione dell’acqua potabile. Sempre secondo i media di stato cinesi gli edifici danneggiati sarebbero oltre mille.
Inizialmente la Geological Survey degli Stati Uniti (USGS), l’agenzia statunitense che studia il territorio e i rischi naturali, aveva stimato una magnitudo di 7.1. Per l’agenzia cinese che si occupa di terremoti la magnitudo è stata invece di 6.8.
Il terremoto delle 9:05 è stato sentito nettamente anche a Katmandu, la capitale del Nepal, e in diverse zone dell’India, dove però non ci sono notizie di danni. È stato inoltre seguito da numerose repliche, cioè da successivi eventi sismici di entità inferiore: secondo Jiang Haikun, ricercatore del Centro per i terremoti cinese, è probabile che nelle prossime ore si verifichi un altro terremoto di magnitudo attorno a 5, ma «la probabilità di uno più forte è bassa».