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  • Martedì 7 gennaio 2025

Tutti contro Musk, Musk contro tutti

Keir Starmer, Emmanuel Macron e Olaf Scholz accusano il miliardario statunitense di intromettersi sempre di più nella politica dei loro paesi, appoggiando le destre

Elon Musk arriva alla festa di capodanno nella residenza in Florida di Donald Trump, Mar-A-Lago, lo scorso 31 dicembre
Elon Musk arriva alla festa di capodanno nella residenza in Florida di Donald Trump, Mar-a-Lago, lo scorso 31 dicembre (Photo by Eva Marie Uzcategui/Getty Images)
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Negli ultimi giorni diversi capi di governo europei hanno contestato il modo in cui Elon Musk interviene sempre più spesso nel dibattito politico dei loro paesi, cercando di condizionarlo. Inizialmente il miliardario naturalizzato statunitense, che avrà un ruolo e grande influenza nell’amministrazione di Donald Trump, si intrometteva soprattutto nella politica britannica, ma ormai non più solo in quella: una delle sue ultime iniziative è stata esprimere sostegno per il partito di estrema destra tedesco Alternative für Deutschland (AfD).

Per questo Musk è stato criticato da tre dei principali leader europei. Giorni fa lo aveva fatto il cancelliere tedesco Olaf Scholz, lunedì il primo ministro britannico Keir Starmer e il presidente francese Emmanuel Macron.

Nei primi giorni del 2025 Musk ha aumentato la sua attività su X, il social di cui è proprietario. Il Washington Post l’ha definito un tentativo di influenzare la politica su scala globale, applicando la stessa tattica e quindi gli stessi toni polarizzanti con cui Musk era riuscito a diventare centrale nel dibattito politico statunitense: per esempio a dicembre aveva fatto saltare l’accordo tra Democratici e Repubblicani per finanziare le attività del governo, e ne aveva influenzato uno nuovo alle sue condizioni.

Keir Starmer durante un comizio a Surrey, in Inghilterra, il 6 gennaio

Keir Starmer durante un comizio in Surrey, in Inghilterra, il 6 gennaio (Leon Neal/Pool Photo)

La retorica degli interventi di Musk è aggressiva. Uno dei suoi ultimi post, “fissato in alto” sul suo profilo X (cioè tenuto lì in cima), è un sondaggio in cui chiede agli utenti se «l’America dovrebbe liberare i britannici dal loro governo tirannico». Nei giorni precedenti aveva auspicato che Starmer fosse incarcerato, citando un vecchio caso di stupri sistematici avvenuti in diverse città inglesi che secondo Musk Starmer non avrebbe contrastato adeguatamente quand’era procuratore generale (tra il 2008 e il 2013). In realtà, Starmer contribuì a riaprire le indagini.

Il sondaggio è probabilmente uno degli esempi più forti: la terminologia evoca quasi un intervento militare contro i rappresentanti di uno dei principali alleati europei degli Stati Uniti. È anche un po’ il prototipo dello schema di Musk, che bolla come illegittimi e autoritari i governi democratici di cui non condivide le politiche. A novembre il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, era intervenuto di fronte agli attacchi di Musk ai magistrati italiani; Musk aveva inoltre dato del «tiranno antidemocratico» al presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier.

Starmer, Macron e Scholz hanno fatto capire, con toni diversi, di essere stufi delle intromissioni di Musk. In particolare, gli contestano la diffusione di disinformazione e l’amplificazione di messaggi razzisti e in sostegno dell’estrema destra.

Lunedì Starmer ha detto che Musk ha esagerato e che «chi diffonde bugie e disinformazione è interessato solo a se stesso, non alle vittime» dei presunti complotti denunciati su X. Musk si proponeva di intervenire in modo ancora più diretto, finanziando il partito sovranista di Nigel Farage, Reform UK, ma poi ci ha litigato. Musk ora si è fissato con Tommy Robinson, un attivista neofascista inglese che è troppo estremista persino per Reform UK, e ha detto che Farage non era la persona giusta per guidare il partito.

Emmanuel Macron parla agli ambasciatori francesi, il 6 gennaio all'Eliseo

Emmanuel Macron parla agli ambasciatori francesi, il 6 gennaio all’Eliseo (AP Photo/Aurelien Morissard)

Rispetto alla politica tedesca, Musk ha sostenuto che «solo AfD può salvare la Germania», ha scritto un editoriale sulla rivista Welt e ha organizzato una diretta su X insieme alla leader del partito di estrema destra Alice Weidel, che sarà giovedì 9 gennaio.

Le interferenze di Musk erano già state criticate da diversi politici tedeschi: il cancelliere Scholz aveva detto di considerare Musk «un troll», un provocatore. Anche Friedrich Merz, il leader dell’Unione Cristiano-Democratica (CDU) stabilmente prima nelle intenzioni di voto in vista delle elezioni anticipate del 23 febbraio, ha criticato Musk: «Non ricordo nella storia delle democrazie occidentali un caso comparabile d’interferenza nella campagna elettorale di un paese amico».

Olaf Scholz durante il suo discorso di fine anno, a Berlino

Olaf Scholz durante il suo discorso di fine anno, a Berlino (Soeren Stache/dpa via AP)

Nella lista dei principali governi europei con cui si è scontrato Musk c’è un’eccezione: l’Italia. La ragione è la sintonia politica con il governo italiano, che è di destra a differenza di quelli degli altri tre paesi (di centrosinistra in Germania e Regno Unito, di centrodestra liberale in Francia), oltre ai buoni rapporti anche personali tra la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, lui e Trump.

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