Facebook e Instagram non avranno più sistemi di fact checking

I cambiamenti annunciati da Mark Zuckerberg imitano il sistema di X, e sono considerati un modo per allinearsi a Donald Trump

(Anna Moneymaker/Getty Images)
(Anna Moneymaker/Getty Images)
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Martedì Mark Zuckerberg, l’amministratore delegato di Meta, ha annunciato una serie di modifiche sostanziali nelle politiche di moderazione dei contenuti del gruppo, che possiede tra le altre cose Facebook e Instagram. La più importante riguarda l’abolizione del programma di fact checking che Meta aveva introdotto nel 2016, qualche settimana dopo la vittoria alle elezioni presidenziali di Donald Trump, per limitare la diffusione di notizie false e contenuti offensivi sui propri social network, e in particolare su Facebook.

Anziché avvalersi di organizzazioni giornalistiche e fact checker indipendenti, come aveva fatto negli ultimi 8 anni, d’ora in poi Meta utilizzerà degli strumenti simili alle “Community Notes” usate su X, che consentono agli utenti di aggiungere informazioni e contesto o correggere informazioni false condivise da qualcun altro (ma sono considerate un sistema deficitario e poco preciso, non in grado di arginare la disinformazione sulla piattaforma). Le nuove politiche entreranno in vigore nei prossimi mesi, inizialmente solo negli Stati Uniti.

I giornali americani hanno sottolineato come, nel comunicare questi cambiamenti, Zuckerberg abbia usato una retorica molto simile a quella trumpiana, toccando temi che il presidente eletto cita spesso nei suoi discorsi, come il disprezzo per la censura e l’acredine verso il politicamente corretto; più in generale, hanno descritto l’annuncio di Zuckerberg come un tentativo di appianare definitivamente le sue divergenze con Trump prima dell’inizio del suo secondo mandato come presidente, il prossimo 20 gennaio.

Negli ultimi anni le relazioni tra Zuckerberg e Trump erano state infatti piuttosto tese. Dal 7 gennaio del 2021, il giorno dopo l’assalto al palazzo del Congresso a Washington, e fino al gennaio del 2023 Meta aveva sospeso gli account Facebook e Instagram di Trump: in seguito a una valutazione dell’Oversight Board, il comitato indipendente istituito per dirimere le questioni etiche più complesse di Facebook, era stato deciso che la sospensione avrebbe avuto una durata di due anni.

Zuckerberg ha detto di aver preso questa decisione per proteggere valori del gruppo che considera fondanti, e in particolare per tutelare la libertà d’espressione, dato che l’attuale sistema di moderazione avrebbe «raggiunto un punto in cui si commettono troppi errori e c’è troppa censura». Ha descritto l’iniziativa come un «compromesso» che consentirà al gruppo di «ridurre il numero di post e account di persone innocenti che spesso vengono eliminati accidentalmente», facendo esplicito riferimento al risultato delle elezioni statunitensi che «hanno dato una nuova centralità alla parola» e al «ripristino della libera espressione sulle nostre piattaforme».

Il New York Times ha definito l’annuncio di Zuckerberg «un chiaro segnale di come l’azienda si stia riposizionando per l’era Trump», allontanandosi dagli sforzi compiuti negli scorsi anni per contrastare la disinformazione sui suoi social network.

Zuckerberg aveva comunque dato segnali di un avvicinamento a Trump già nelle scorse settimane. A fine novembre aveva cenato insieme a lui e al prossimo segretario di Stato Marco Rubio nella villa di Mar-a-Lago, in Florida, poi a dicembre aveva donato un milione di dollari per sostenere il suo insediamento.

La scorsa settimana Zuckerberg aveva inoltre nominato Joel Kaplan, dirigente di Meta vicino al Partito Repubblicano, come nuovo responsabile delle politiche globali del gruppo (al posto di Nick Clegg, ex vice primo ministro del Regno Unito tra il 2010 e il 2015). Infine, lunedì, ha annunciato l’ingresso nel consiglio di amministrazione di Meta di Dana White, il capo dell’Ultimate Fighting Championship (UFC), la principale organizzazione statunitense di arti marziali miste, notoriamente vicinissimo a Trump.

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