Nel 2024 in Iran sono state eseguite più di 900 condanne a morte, il numero più alto dal 2015

(AP Photo/Alexander Zemlianichenko)
(AP Photo/Alexander Zemlianichenko)

Nel 2024 in Iran sono state eseguite almeno 901 condanne a morte, il 6 per cento in più del 2023 e il numero più alto degli ultimi 9 anni. Lo hanno reso noto martedì le Nazioni Unite, che hanno messo insieme i dati raccolti dalle organizzazioni umanitarie che operano sul campo e che ritengono più affidabili. La maggior parte delle condanne è avvenuta per reati legati alle sostanze stupefacenti, anche se di lieve entità. Molte però hanno a che fare con la repressione del dissenso politico, che è aumentata a partire dal 2022 contro le proteste che si svilupparono nel paese dopo l’uccisione della 22enne Mahsa Amini.

Almeno 31 di queste condanne hanno riguardato donne, secondo l’ong Iran Human Rights: 19 erano state accusate di omicidio (spesso avvenuti in contesti di violenza domestica o matrimoni forzati); le altre 12 di reati legati alle droghe. Un altro dato che emerge dai report delle organizzazioni umanitarie è che le condanne hanno colpito in modo sproporzionato le minoranze: più della metà delle oltre 900 condanne del 2024 ha riguardato minoranze etniche, e 183 nello specifico persone curde, secondo Hengaw, un’organizzazione che si occupa dei diritti delle persone curde.