Nel Baltico sono stati riparati due dei cavi sottomarini che secondo le indagini erano stati rotti da una petroliera russa

La petroliera Eagle S ancorata vicino al porto di Porvoo, in Finlandia, il 30 novembre
La petroliera Eagle S ancorata vicino al porto di Porvoo, in Finlandia, il 30 novembre (Jussi Nukari/Lehtikuva via AP)

Sono stati riparati due dei quattro cavi sottomarini per le telecomunicazioni danneggiati lo scorso 25 dicembre nel mar Baltico, tra Finlandia ed Estonia. Le autorità finlandesi stanno indagando il caso come sabotaggio e ritengono che lo abbia compiuto una petroliera della cosiddetta “flotta fantasma” russa (quella che conduce operazioni clandestine di trasporto di petrolio per aggirare le sanzioni) che era stata sequestrata il giorno dopo l’incidente.

Secondo le indagini, che hanno trovato tracce sul fondale, questa petroliera avrebbe trascinato la propria àncora (come in un altro caso, in cui è coinvolta una nave cinese) per danneggiare i cavi. Venerdì scorso un tribunale di Helsinki aveva confermato il sequestro, dopo che l’agenzia nazionale anticrimine finlandese aveva emesso un divieto d’espatrio per otto persone dell’equipaggio. Per riparare il collegamento elettrico Estlink 2, sempre tra Estonia e Finlandia e anch’esso danneggiato, invece serviranno mesi.