In Austria il cancelliere Karl Nehammer si dimetterà
Lo ha annunciato dopo il fallimento delle trattative per il nuovo governo tra le forze moderate: ora il presidente incontrerà il leader dell'estrema destra
Sabato sera il cancelliere austriaco Karl Nehammer ha detto che si dimetterà nei prossimi giorni, dopo che il suo Partito Popolare non è riuscito ad accordarsi con i Socialdemocratici per formare un nuovo governo. Le trattative sono fallite venerdì dopo che il partito NEOS (centrista) aveva lasciato il negoziato. Nehammer è cancelliere dalla fine del 2021 e da ottobre stava trattando con gli altri partiti per cercare di formare una coalizione di governo dopo le elezioni di settembre, da cui è uscito un parlamento frammentato.
Beate Meinl-Reisinger, leader di NEOS (il più piccolo fra i tre partiti), si era ritirata dalle trattative dicendo che gli altri due avevano respinto le proposte per riforme secondo lei «fondamentali». Sabato sera poi Nehammer ha escluso anche i Socialdemocratici, perché secondo lui nel partito avrebbero prevalso «forze distruttive» contrarie alla coalizione. Socialdemocratici e Popolari hanno in effetti posizioni molto diverse su vari temi.
Il partito che alle elezioni di settembre aveva ottenuto più voti è in realtà il Partito della Libertà (FPÖ), di estrema destra, che nonostante il 29 per cento era stato escluso dalle trattative. Nessuno però aveva accettato di stare in coalizione con loro, e quindi il presidente austriaco Alexander Van der Bellen aveva dato l’incarico di formare un nuovo governo al Partito Popolare (ÖVP) di Nehammer. Non è chiaro se ora altri partiti proveranno a creare una coalizione, o se si andrà a nuove elezioni: dipende soprattutto dalla decisione del presidente, che lunedì incontrerà il leader dell’FPÖ, Herbert Kickl. Il cancelliere intanto ha detto anche che si dimetterà da leader dei Popolari.
I Popolari e il Partito della Libertà sono i due maggiori partiti in parlamento, e hanno ciascuno più di un quarto dei seggi: senza uno di loro due gli altri partiti non potrebbero avere la maggioranza. Ma le trattative fra i Popolari e gli altri partiti per ora sono fallite, e negli ultimi mesi tutti avevano detto di non essere intenzionati a collaborare con l’FPÖ a causa delle sue posizioni estremiste, euroscettiche, molto ostili all’immigrazione e, in tempi più recenti, no vax, e in particolare con Kickl.
Il Partito Popolare in realtà governa con l’FPÖ in varie regioni, e fra il 2017 e il 2019 sono stati anche in coalizione a livello federale. Nehammer però ha detto ripetutamente che sebbene gran parte degli esponenti del Partito della Libertà siano affidabili, un’alleanza per governare il paese non è possibile finché è Kickl a guidare il partito. Durante la campagna elettorale aveva detto che «è impossibile formare un governo con uno che adora le teorie del complotto» e che crede che l’Organizzazione mondiale della sanità e il forum di Davos ambiscano alla «dominazione globale».
Dato che Nehammer si è dimesso anche come leader del Partito Popolare, al suo posto è stato nominato ad interim il segretario generale Christian Stocker. Il nuovo leader ha subito detto che rispetto alla campagna elettorale, in cui aveva anche lui escluso una possibile alleanza con Kickl, le circostanze sono cambiate, e che si aspetta che il presidente Van der Bellen assegni al leader dell’FPÖ l’incarico di formare un governo. Stocker aggiunto che se l’FPÖ decidesse di invitare il Partito Popolare ai negoziati per una coalizione di governo, il partito accetterebbe.
Se si andasse a nuove elezioni è probabile comunque che il Partito della Libertà riconfermerebbe il proprio buon risultato, dato che i sondaggi mostrano che i suoi consensi sono cresciuti negli ultimi mesi.
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