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  • Sabato 4 gennaio 2025

Ora in Transnistria manca anche l’elettricità

Dopo che da giorni mancano riscaldamento e acqua calda, sono cominciati i blackout programmati a causa dell'interruzione delle forniture di gas russo

Un monumento a Lenin a Tiraspol, la capitale della Transnistria
Un monumento a Lenin a Tiraspol, la capitale della Transnistria (AP Photo/Dmitri Lovetsky)
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Tra venerdì sera e sabato nella regione moldava della Transnistria sono cominciati i blackout programmati dell’elettricità dovuti all’interruzione delle forniture di gas russo in arrivo in Europa attraverso l’Ucraina. Per lo stesso motivo acqua calda e riscaldamento mancano già da alcuni giorni in gran parte delle case e degli uffici della regione: tutte le fabbriche della Transnistria sono inoltre state chiuse, con l’eccezione di quelle che producono generi alimentari.

L’accordo tra Russia e Ucraina per il trasporto del gas russo attraverso i gasdotti ucraini è scaduto nelle prime ore di mercoledì primo gennaio: la Transnistria utilizzava il gas per riscaldare gli edifici e per alimentare la centrale elettrica di Kuciurgan, che garantiva energia elettrica al proprio territorio e soddisfaceva anche il 30 per cento circa del fabbisogno energetico della Moldavia.

La Transnistria è una piccola repubblica autoproclamata, separatista e filorussa, che agli occhi della comunità internazionale appartiene alla Moldavia. Si governa autonomamente dal 1992, e sul suo territorio si trova un contingente di oltre mille soldati russi. Anche per questo il primo ministro moldavo, Dorin Recean, ha detto che la situazione della Transnistria non è soltanto un problema energetico per la popolazione locale, ma anche un problema di sicurezza per tutta la Moldavia, che potrebbe provocare destabilizzazione.

La Moldavia, come gli altri paesi europei che ancora si rifornivano di gas russo tramite l’Ucraina, ha da tempo trovato alternative e non ha avuto grossi problemi al momento dell’interruzione (sebbene i prezzi del gas siano aumentati). Ma la condizione particolare della Transnistria l’ha resa vulnerabile. In teoria la Russia avrebbe potuto continuare a fornire il proprio gas alla Transnistria e quindi al resto della Moldavia utilizzando un altro gasdotto, il TurkStream. La Russia però ha deciso di non farlo, motivando la decisione con un presunto debito mai pagato da parte della Moldavia, di cui il governo nega l’esistenza.

Il governo moldavo, inoltre, avrebbe offerto al governo separatista e filorusso della Transnistria la possibilità di comprare gas da fonti europee, ma la Transnistria ha rifiutato: probabilmente perché spera che i rifornimenti russi riprendano, e poi perché finora la Russia aveva rifornito di gas la Transnistria senza richiedere pagamenti.

Secondo il governo moldavo, la Russia sta cercando di destabilizzare la Transnistria, e di conseguenza anche la Moldavia, con l’intento di provocare una crisi umanitaria. Attualmente la Moldavia è governata da una coalizione europeista, ma la Russia, secondo il governo, spera che le elezioni parlamentari previste per questa estate riportino al governo i partiti filorussi.

– Leggi anche: Che cos’è la Transnistria