Mike Johnson è stato rieletto speaker della Camera degli Stati Uniti
Anche se inizialmente alcuni esponenti più di destra del suo partito non lo avevano votato, nonostante lo sostenga anche Donald Trump
Venerdì la Camera dei Deputati degli Stati Uniti ha rieletto come speaker il Repubblicano Mike Johnson, dopo giorni in cui la sua riconferma era stata messa in dubbio a causa di dissidi interni al Partito Repubblicano. Johnson, che era stato eletto speaker per la prima volta a ottobre del 2023, ha ottenuto 218 voti favorevoli, il minimo necessario (era necessaria la maggioranza più uno dei 435 seggi della Camera).
La sua rielezione non era scontata, dato che fino a poche ore prima alcuni deputati Repubblicani avevano dichiarato che avrebbero votato contro di lui. I Repubblicani controllano 219 dei 435 seggi della Camera e sarebbe bastato il voto contrario di due deputati per non farlo passare. Johnson ha infatti perso il primo voto a causa di tre deputati Repubblicani dell’ala più di destra del partito. Al secondo voto però due di loro hanno deciso di sostenerlo.
A novembre Johnson era stato confermato dal Partito Repubblicano come candidato speaker per un altro mandato, ma poche settimane dopo le sue possibilità di rielezione erano state messe seriamente in dubbio: a metà dicembre alcuni deputati Repubblicani si erano accordati con i Democratici per far approvare un piano sulla spesa pubblica di fine anno per evitare il cosiddetto shutdown, la parziale chiusura delle attività del governo federale statunitense. Poco prima del voto però Donald Trump si era opposto all’accordo dopo che l’imprenditore e suo stretto collaboratore Elon Musk l’aveva fortemente criticato.
Trump aveva proposto un nuovo piano con l’intermediazione di Johnson, ma nonostante i Repubblicani avessero la maggioranza alla Camera il piano era stato bocciato. A quel punto, tutti erano scontenti: la decisione di Johnson di seguire Trump era stata criticata dai Democratici e da quei Repubblicani che avevano appoggiato il primo accordo, mentre i Repubblicani fedeli a Trump l’avevano criticato per non essere riuscito a far passare il secondo piano. Un terzo piano era stato infine approvato dopo giorni di intensi negoziati.
Martedì Trump aveva esplicitamente chiesto ai deputati Repubblicani di votare a favore di Johnson, ma alcuni di loro avevano continuato a dirsi dubbiosi delle sue capacità di leadership e fino alla fine avevano detto pubblicamente di star considerando la possibilità di non votarlo.
Johnson ha 52 anni e fa parte della parte più estremista del Partito Repubblicano: è un cristiano evangelico, è molto vicino a Trump e ha idee radicalmente contrarie ad aborto e diritti delle persone LGBTQ+. Aveva ottenuto il ruolo a ottobre del 2023, dopo oltre due settimane in cui i lavori del Congresso erano rimasti bloccati per l’incapacità dei Repubblicani di trovare l’accordo su un nome dopo la rimozione del precedente speaker Kevin McCarthy.
McCarthy era stato rimosso poche settimane prima sempre per una questione simile: l’ala più radicale del Partito Repubblicano l’aveva accusato di aver collaborato con i Democratici per evitare uno shutdown e attraverso una mozione votata da tutti i Democratici e da 8 deputati Repubblicani era riuscita a rimuoverlo.