La prima deputata transgender al Congresso degli Stati Uniti
È Sarah McBride, dei Democratici: i suoi colleghi Repubblicani hanno già provato a discriminarla
Venerdì negli Stati Uniti si riunisce per la prima volta il Congresso uscito dalle elezioni presidenziali dello scorso 5 novembre, con le quali sono stati rinnovati tutti i 435 seggi della Camera e un terzo di quelli del Senato, che in tutto sono 100. I Repubblicani hanno ottenuto la maggioranza in entrambe le camere, con 52 senatori e 219 deputati.
Per la prima volta tra i rappresentanti ci sarà una deputata apertamente transgender, la Democratica Sarah McBride: è stata eletta con il 57,9 per cento dei voti nell’unico collegio del Delaware, che è anche il più antico e popoloso degli Stati Uniti. Nel 2020 era già stata la prima donna transgender eletta a un Senato statale, quello del Delaware.
Nelle ultime settimane si è parlato di lei anche perché fin da subito i suoi colleghi Repubblicani hanno cercato di metterla in difficoltà in modo piuttosto esplicito. Già nella seconda metà di novembre alcuni deputati e senatori avevano proposto di impedire alle donne transgender l’uso dei bagni e degli spogliatoi delle donne nei locali del Congresso.
L’idea era stata avanzata dalla senatrice Repubblicana del South Carolina Nancy Mace, che aveva riconosciuto apertamente che fosse una cosa ad personam, cioè pensata appositamente per penalizzare McBride. Il regolamento è stato poi adottato dallo speaker uscente della Camera, il Repubblicano Mike Johnson (che vorrebbe essere riconfermato come speaker anche nella nuova legislatura, ma non è detto che avrà i voti necessari).
McBride aveva commentato la misura dicendo che avrebbe rispettato le regole senza fare polemiche: «Non sono qui per litigare sui bagni». Secondo la deputata, la questione interessava solo all’ala più estrema dei Repubblicani ed era un modo per distrarre l’attenzione dai problemi reali del paese. In una recente intervista con Associated Press, McBride ha detto di volersi concentrare su un approccio costruttivo, evitando di impelagarsi nelle provocazioni e nelle polemiche degli avversari: «C’è così tanta gioia e meraviglia in quest’opportunità che non lascerò a nessuno portarmele via. Sono qui semplicemente per fare il mio lavoro come tutti gli altri».
Anche durante la campagna elettorale i Repubblicani avevano diffuso vari slogan e spot televisivi contro le persone transgender, così come avevano già fatto alle elezioni di metà mandato del 2022.
Tra le altre cose, il partito ha diffuso alcuni spot per contestare la presenza di atleti transgender nello sport non professionistico. Gli spot si concludevano con lo slogan: «Kamala is for they/them. President Trump is for you», riferendosi al “they singolare”, il pronome neutro inglese usato da chi non si riconosce né nel genere femminile né in quello maschile, intraducibile in italiano. L’obiettivo era sostenere che la candidata dei Democratici, Kamala Harris, fosse più attenta alle questioni di genere che ai problemi più concreti e importanti delle persone.
Nel suo nuovo ufficio a Washington D.C. McBride porterà alcuni cimeli: una lettera dell’ex presidente Barack Obama, una fotografia del suo matrimonio e una con il più famoso politico del Delaware, il presidente uscente Joe Biden. McBride è nata nel 1990 a Wilmington, la stessa città dove vive Biden (che è nato nel 1942 a Scranton, in Pennsylvania, ma si era trasferito lì nel 1953). Negli anni delle scuole superiori lavorò in diverse campagne elettorali dei Democratici, tra cui quella per il posto di procuratore generale dello stato vinta da Beau Biden, il figlio di Joe morto nel 2015 a 46 anni.
A 21 anni McBride fu presidente dell’associazione studentesca della sua università, l’American University di Washington, che rappresenta più di 7mila studenti. Nello stesso anno fece coming out e, sempre negli anni dell’università, fu la prima stagista transgender della Casa Bianca. Durante un ricevimento conobbe Andrew Cray, un uomo transgender e attivista per i diritti della comunità LGBTQ+. Si innamorarono. Nel 2014 Cray morì a soli 28 anni per un tumore: quando gli fu diagnosticato, decisero di sposarsi.
Nella sua autobiografia McBride ha scritto che quell’esperienza tragica l’ha ispirata nella sua carriera politica. Nel Senato statale è stata infatti presidente della commissione Salute: in questo ruolo si è impegnata per far approvare in modo bipartisan, cioè col sostegno di entrambi i partiti, varie proposte per espandere i programmi di assistenza sanitaria e dentistica. Diversi colleghi Repubblicani, intervistati da Associated Press, hanno espresso apprezzamento per l’approccio costruttivo di McBride: a livello locale, però, la politica è spesso meno combattiva che a livello nazionale.
Prima di entrare in politica McBride era già stata un’importante attivista per i diritti LGBTQ+. In Delaware aveva contribuito all’approvazione della legge statale contro la discriminazione delle persone transgender, mentre era portavoce nazionale della Human Rights Campaign, una delle principali associazioni per i diritti delle persone LGBTQ+. Nel 2016 McBride fu inoltre la prima persona transgender a fare un discorso alla convention dei Democratici.
Nel 2020 divenne virale un suo tweet: era lo screenshot di un messaggio in cui un utente dei social le chiedeva: «Sei un ragazzo o una ragazza?». McBride aveva risposto: «I’m a senator». In inglese senator è una parola neutra, che indica sia i senatori che le senatrici: McBride aveva ribadito l’importanza del ruolo superando il discorso dell’identità di genere.
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