Proviamo a capirci qualcosa, di questa Kings League
Si gioca a calcio a 7 (ma a volte anche a 2), sono in corso i Mondiali in Italia, c'è il “rigore presidenziale” e alcuni gol valgono doppio: ok, non è proprio calcio
In questi giorni si sta giocando a Milano la Kings World Cup Nations, un torneo in cui si affrontano sedici nazionali di Kings League, che a sua volta è una specie di calcio ma con un bel po’ di regole strambe a complicare il tutto. Il 3 gennaio alle 17 c’è Italia-Spagna (la perdente sarà eliminata), mentre la finale si giocherà il 12 gennaio a Torino all’Allianz Stadium, quello della Juventus. La Kings League è un format inventato due anni fa in Spagna dall’ex calciatore del Barcellona Gerard Piqué, che prevede tornei di calcio a sette in cui i presidenti delle varie squadre sono influencer e streamer e in cui ci sono regole molto particolari, più simili a quelle di un videogioco sul calcio che a quelle del calcio tradizionale. È pensato per essere visto innanzitutto online ed è un prodotto di intrattenimento, più che una competizione sportiva.
Il torneo che si sta giocando in Italia in questi giorni è una specie di Mondiale, in cui ciascuno dei sedici paesi ha creato una propria nazionale con ex calciatori professionisti e calciatori dilettanti semi sconosciuti: nell’Italia, che ha perso la prima partita 3-1 contro il Giappone, giocano per esempio l’ex difensore della Juventus Leonardo Bonucci, il portiere Emiliano Viviano e l’attaccante Francesco Caputo, mentre il presidente è lo streamer e influencer Blur (Gianmarco Tocco), diventato famoso soprattutto grazie ai video in cui giocava e commentava i videogiochi.
La Kings League è una cosa grossa soprattutto sui social, mentre nei media tradizionali, anche in quelli sportivi, se ne parla ancora abbastanza poco: questa volta però le partite della Kings World Cup Nations si possono vedere anche su Sky, a differenza dei precedenti tornei che venivano trasmessi quasi solo in streaming, sintomo forse del fatto che le attenzioni intorno a questa strana competizione stanno un po’ cambiando, o potrebbero cambiare.
Dopo il successo ottenuto online dal campionato spagnolo, diversi altri paesi hanno cominciato, o stanno cominciando, a organizzare le proprie leghe: il mese scorso in Italia sono state create le dodici squadre che nel 2025 giocheranno il primo campionato italiano. Il presidente di Kings League Italia è l’ex calciatore e attuale dirigente del Milan Zlatan Ibrahimovic, mentre l’ex calciatore della Juventus Claudio Marchisio è l’head of competition, la persona che gestisce operativamente il torneo. Tra i presidenti delle squadre c’è anche il cantante Fedez, oltre a vari influencer, e il campionato si giocherà tutto a Milano nella nuova Kings League Arena (la stessa in cui si sta giocando il Mondiale), situata al Centro Sportivo Vismara, quello delle giovanili del Milan.
Tutto molto spettacolare e abbastanza trash
Le partite di Kings League durano 40 minuti (due tempi da 20) e si gioca in 7 contro 7 su un campo più piccolo di quello da calcio. Le regole di base sono quelle del calcio e alla fine vince chi fa più gol; in caso di pareggio, per decidere il vincitore si va agli shootout, cioè rigori calciati in movimento. Le sostituzioni sono libere e illimitate, dal quinto minuto in poi; chi riceve un cartellino giallo deve uscire dal campo per due minuti, chi ne prende uno rosso per cinque, al termine dei quali deve essere sostituito. Nel caso abbiano dubbi su una decisione arbitrale le squadre possono chiamare il VAR, cioè la revisione video di una certa azione, per una volta a partita (se viene dimostrato che hanno ragione però possono chiamarlo di nuovo).
A queste regole se ne aggiungono altre particolari e stravaganti, ideate con lo scopo di rendere più imprevedibili e meno ingessate le partite, che vengono seguite e commentate online da migliaia di utenti (c’è tutto un mondo di influencer e streamer che raccontano in diretta le partite, in modi spesso enfatici ed esuberanti). Per esempio: quando si arriva agli ultimi due minuti della partita, se il punteggio non è in parità ogni gol segnato da entrambe le squadre vale doppio. A inizio partita invece ci sono solamente due giocatori in campo, e se ne aggiunge uno per squadra ogni minuto che passa, fino ad arrivare a 7 contro 7; per il calcio d’inizio la palla viene calata dall’alto da una gabbia e la squadra che per prima lo raggiunge ne ottiene il possesso.
A due minuti dalla fine del primo tempo invece gli organizzatori estraggono un numero per decidere con quanti giocatori le due squadre arriveranno all’intervallo, da 7 contro 7 a 2 contro 2 (1 giocatore e 1 portiere per squadra). C’è poi il “rigore presidenziale”: in ogni momento della partita l’influencer-presidente della squadra può decidere di entrare in campo e tirare un rigore (è così che l’Italia ha segnato il suo unico gol contro il Giappone); i due presidenti possono però anche accordarsi, prima della partita, di non avere a disposizione il rigore presidenziale.
La prima partita dell’Italia alla Kings World Cup Nations, persa 3-1 contro il Giappone
La cosa più peculiare della Kings League, che l’avvicina ai videogiochi o addirittura alle storyline del wrestling, sono però le “carte”. Prima di ogni partita, l’allenatore di ogni squadra pesca infatti una carta da un mazzo di dieci, che resta segreta fino al momento del suo utilizzo e che porta un vantaggio spesso non indifferente. Alla Kings World Cup Nations ce ne sono di sei tipi: con la carta “gol doppio” per due minuti un’eventuale rete segnata dalla squadra che gioca la carta avrà valore doppio; con la carta “ammonizione” si può togliere agli avversari un giocatore per quattro minuti; le carte “shootout” e “rigore” danno la possibilità di calciare un rigore in movimento o da fermi; con la carta “star player” la squadra può indicare un suo giocatore come “star” il cui primo gol segnato da quel momento varrà doppio; la carta “jolly” invece permette di scegliere tra i poteri di una delle altre carte.
La carta pescata a inizio partita dalla squadra può essere giocata tra la fine del primo tempo e il 38esimo minuto (quindi due minuti prima della fine) e per farlo l’allenatore deve premere sul bottone “arma segreta”: ogni cosa viene fatta diventare un piccolo show, insomma. In generale, nonostante siano coinvolti molti ex calciatori piuttosto forti e famosi, il calcio giocato non è centrale nella Kings League. Il livello di gioco tendenzialmente è piuttosto mediocre, eppure le partite sono spesso divertenti o comunque curiose da guardare, intrattenenti per un pubblico per la maggior parte giovane e non necessariamente appassionato di calcio tradizionale.
Per alcuni è tutta una grande baracconata che ha poco a che fare con lo sport, per altri invece è un modo più scanzonato e meno noioso di vedere qualcosa di simile al calcio. Di certo rispetto al “calcio vero” quello della Kings League è uno sport meno universale e più costruito a tavolino, nel quale il merito e il risultato sportivo sono aspetti secondari. Per il momento, comunque, l’interesse di spettatori, sponsor e persone celebri è in continua crescita e ci si aspetta che nei prossimi anni aumenterà il numero di competizioni e di ex calciatori coinvolti.
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