Si sa ancora poco sul caso della bambina ferita da un colpo di pistola in provincia di Brescia
È in gravi condizioni e la pistola è del padre, ma non è ancora stato stabilito chi abbia sparato
Nel pomeriggio di mercoledì 1° gennaio una bambina di tre anni è stata ferita gravemente al volto dal proiettile di una pistola che l’ha colpita mentre si trovava in casa sua a Gardone Val Trompia, un comune di oltre undicimila abitanti in provincia di Brescia conosciuto soprattutto per ospitare la fabbrica d’armi Beretta. La bambina è ricoverata da allora in terapia intensiva all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, è in gravi condizioni ed è ancora in prognosi riservata.
I genitori hanno riferito che la bambina avrebbe maneggiato da sola la pistola semiautomatica calibro 9, regolarmente detenuta dal padre. L’avrebbe trovata nella camera dei genitori: secondo il Corriere Brescia, la pistola era sul comodino vicino al letto. Il padre avrebbe detto ai carabinieri, scrive il Giornale di Brescia, di aver tenuto l’arma carica per paura dei ladri. La procura di Brescia ha aperto un’inchiesta il giorno stesso dell’incidente, per lesioni colpose e omessa custodia dell’arma. Inizialmente era stato indagato solo il padre della bambina, ma venerdì si è saputo che è indagata anche la madre. Secondo la procura, scrivono i giornali locali, ci sarebbero incongruenze nelle versioni dei due a proposito di chi aveva deciso di tenere la pistola in camera da letto.
Secondo quanto scrive l’Ansa con fonti della procura, al momento dello sparo con lei ci sarebbe stata la sorella maggiore, di 5 anni. Non è ancora stato stabilito chi abbia sparato ma viene considerato un incidente, come emerge anche dalle ipotesi di reato finora contestate.
La procura ha fatto eseguire i rilievi tecnici in casa e i campionamenti sui genitori e su entrambe le figlie per verificare la presenza di polvere da sparo e capire qual è stata la traiettoria del colpo.
In Italia l’acquisto e la detenzione di armi da fuoco sono regolate dal Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza (TULPS). Nel documento c’è una sezione dedicata alle armi, che è stata modificata più volte negli anni. I dati sulla diffusione delle armi sono pochi: il ministero dell’Interno deve tenere traccia per legge di tutte quelle vendute legalmente in Italia. Secondo una recente indagine di Sky Tg24, nel 2023 in Italia le persone che detenevano legalmente almeno un’arma erano 4.659.082, un numero in calo rispetto agli ultimi anni ma superiore al numero di licenze valide, che invece sono solo 1,2 milioni. Sempre un anno fa le persone con un porto d’armi per la caccia e per lo sport nella provincia di Brescia erano circa 25mila, secondo il Corriere Brescia che cita numeri di questura e prefettura.
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