È scaduto il diritto d’autore su Braccio di Ferro e Tintin
Più precisamente quello delle loro versioni originarie, quando erano un marinaio senza la passione per gli spinaci e un giornalista anticomunista
Negli Stati Uniti il primo gennaio è anche conosciuto come “Public Domain Day”: questo perché, all’inizio di ogni nuovo anno, scadono i diritti d’autore di migliaia di opere creative, che possono essere quindi utilizzate liberamente da chi intendesse farlo. Come accadde l’anno scorso con la prima versione di Topolino, anche quest’anno le novità più rilevanti riguardano i cartoni animati: sono infatti scaduti i diritti d’autore delle prime versioni di Braccio di Ferro e Tintin, due dei personaggi più famosi della storia dell’animazione e del fumetto occidentali.
Furono creati entrambi nel 1929 (la legge americana sul copyright prevede che il diritto d’autore possa essere protetto per un massimo di 95 anni), il primo dal vignettista statunitense Elzie Crisler Segar, il secondo dal fumettista belga Georges Prosper Remi, conosciuto con lo pseudonimo di Hergé. Per quanto riguarda quest’ultimo, la sua prima versione sarà liberamente utilizzabile nei soli Stati Uniti: nell’Unione Europea, infatti, il diritto d’autore si applica per 70 anni dalla morte di chi ha creato l’opera. Hergé morì nel 1983, e di conseguenza i fumettisti o i cartoonist europei che volessero rielaborare il Tintin originario e usarlo nelle proprie storie dovranno aspettare il 2054.
Nella sua versione primordiale, quella che comparve nella striscia a fumetti The Thimble Theatre il 17 gennaio del 1929, Braccio di Ferro era un po’ diverso da come lo conosciamo oggi.
Era comunque un marinaio dalla forza sovrumana e dai modi molto rudi, fumava la pipa, aveva un occhio guercio e una certa passione per le scorribande. Inizialmente però la sua forza non aveva una ragione ben precisa: Segar aggiunse l’espediente del barattolo di spinaci nel 1931, ma questa caratteristica entrò a far parte dell’immaginario collettivo soltanto nel 1933, quando lo studio dei fratelli Max e Dave Fleischer ottenne il permesso di utilizzare i personaggi di The Thimble Theatre per realizzare dei corti animati.
Non è chiaro se chi rielaborerà Braccio di Ferro potrà utilizzare liberamente anche questa caratteristica. Secondo la Duke University, che pubblica ogni anno approfondite analisi sulle opere entrate nel public domain, teoricamente dovrebbe essere possibile, dato che i diritti d’autore della prima striscia in cui Braccio di Ferro mangiò gli spinaci, quella del 1931, non sono stati rinnovati.
Jennifer Jenkins, direttrice del centro studi sul diritto d’autore della Duke, suggerisce però una certa cautela: «Tutto ciò che [Braccio di Ferro] dice, le sue caratteristiche, la sua personalità, il suo sarcasmo sono certamente di pubblico dominio. Ma per gli spinaci, se si vuole andare sul sicuro, forse sarebbe meglio aspettare un paio d’anni», ha detto in un’intervista a NPR.
I fumettisti, gli animatori e i registi statunitensi che volessero utilizzare Tintin avranno invece meno problemi: il personaggio fece la sua comparsa sull’inserto per bambini di Le Vingtième Siècle, un giornale di stampo cattolico e conservatore, essenzialmente in funzione della propaganda anticomunista.
Nella sua versione originaria, Tintin lavora come corrispondente di Le Vingtième Siècle a Mosca, e ha a che fare con censori bolscevichi che non gli perdonano le sue origini occidentali e la sua estrazione borghese. Tuttavia, nonostante questa forte connotazione anticomunista e antisovietica, il suo immaginario era già abbastanza solido: nelle strisce era già presente anche il suo cane Milou. Come ha scritto Mike Pearl su Mashable, i suoi connazionali potranno quindi usare Tintin come meglio credono, «con o senza una decisa inclinazione di destra».
Nei prossimi anni entreranno nel pubblico dominio altri personaggi fondamentali dell’animazione occidentale: Betty Boop e Pluto nel 2026, Pippo nel 2028, Mary Poppins e Paperino nel 2030, Superman nel 2034, Batman nel 2035, Tom e Jerry e Bugs Bunny nel 2036 e Wonder Woman nel 2037, solo per citarne alcuni.
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