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  • Venerdì 3 gennaio 2025

La famiglia di Cecilia Sala chiede il silenzio stampa

Per favorire il lavoro del governo per la scarcerazione della giornalista detenuta in Iran dal 19 dicembre

Elisabetta Vernoni, la madre di Cecilia Sala, dopo aver incontrato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni il 2 gennaio. (ANSA/GIUSEPPE LAMI)
Elisabetta Vernoni, la madre di Cecilia Sala, dopo aver incontrato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni il 2 gennaio. (ANSA/GIUSEPPE LAMI)
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I genitori di Cecilia Sala, la giornalista italiana incarcerata in Iran dal 19 dicembre, hanno diffuso un appello in cui chiedono ai mezzi di informazione il silenzio stampa sulla vicenda, per aiutare il lavoro del governo per ottenere la sua liberazione. Elisabetta Vernoni e Renato Sala dicono che in questo momento il «dibattito mediatico» che si è sviluppato e le discussioni su cosa si potrebbe o dovrebbe fare rischia di «allungare i tempi e di rendere più complicata e lontana una soluzione».

La situazione di nostra figlia, Cecilia Sala, chiusa in una prigione di Teheran da 16 giorni, è complicata e molto preoccupante. Per provare a riportarla a casa il nostro governo si è mobilitato al massimo e ora sono necessari oltre agli sforzi delle autorità italiane anche riservatezza e discrezione.

In questi giorni abbiamo sentito l’affetto, l’attenzione e la solidarietà delle italiane e degli italiani e del mondo dell’informazione e siamo molto grati per tutto quello che si sta facendo.

La fase a cui siamo arrivati è, però, molto delicata e la sensazione è che il grande dibattito mediatico su ciò che si può o si dovrebbe fare rischi di allungare i tempi e di rendere più complicata e lontana una soluzione.
Per questo abbiamo deciso di astenerci da commenti e dichiarazioni e ci appelliamo agli organi di informazione chiedendo il silenzio stampa.

Saremo grati per il senso di responsabilità che ognuno vorrà mostrare accogliendo questa nostra richiesta.

Elisabetta Vernoni e Renato Sala

Mercoledì primo gennaio era emerso che le condizioni di detenzione di Sala nella prigione di Evin sono molto peggiori di quanto si pensava inizialmente. Sala è in un regime di completo isolamento e carcere duro da oltre due settimane, dorme per terra con a disposizione solo due coperte, l’illuminazione non viene mai spenta e le sono stati tolti anche gli occhiali da vista. Un pacco con alcuni generi di conforto e prima necessità che le era stato inviato non le è mai stato consegnato dalle autorità penitenziarie iraniane.