È stato un anno fiacco per HBO
Il più prestigioso network televisivo americano ha faticato a sfornare nuove serie di grande impatto, dopo la fine di “Succession”
Quest’anno agli Emmy, i premi più importanti dedicati alla tv americana, HBO è arrivata terza ricevendo appena 14 riconoscimenti, il numero più basso dal 1998. E la serie con cui ha vinto più premi, Hacks (che in Italia si vede su Netflix), non è stata certamente una delle più discusse dell’anno. Anche ai Golden Globe che verranno assegnati domenica HBO non ha candidature per la miglior serie drammatica, categoria che aveva vinto per tre anni di fila dal 2021 e per cui in generale dal 2000 in avanti ha quasi sempre avuto almeno una serie candidata e spesso anche due.
È un grave smacco perché HBO, che negli Stati Uniti è il più vecchio canale televisivo a pagamento, è la società di produzione e distribuzione americana di serie tv più importante e prestigiosa a livello internazionale: quella di Game of Thrones e prima dei Soprano, di The Wire e di Sex and the City, solo per citarne alcune. La società ha dato la colpa agli scioperi di Hollywood del 2023, ma non è certamente l’unico motivo, visto che hanno condizionato allo stesso modo anche FX e Netflix, che agli Emmy sono arrivate rispettivamente prima e seconda come numero di premi. D’altra parte, come scriveva a giugno il New York Times, «gli addetti ai lavori del settore cercano da tempo segnali di un crollo di HBO», che però finora non c’è mai stato.
Per molte cose questo momento fiacco di HBO era stata previsto, dato che nel 2023 era finita Succession, una delle serie di maggior successo di critica degli ultimi tempi, e le nuove stagioni di due serie altrettanto apprezzate, The White Lotus e The Last of Us, erano state rimandate a causa degli scioperi e usciranno nel 2025. Va detto anche che i risultati degli Emmy non mostrano alcuni grossi fenomeni di pubblico come House of the Dragon, la serie sequel di Game of Thrones di cui è uscita quest’anno la seconda stagione e il cui episodio finale ha portato davanti alla tv 9 milioni di spettatori (anche se meno della prima). È un dato di fatto però che HBO ha dovuto fare i conti con un po’ di serie andate male.
A marzo ne è uscita una su cui aveva puntato molto: The Regime – Il palazzo del potere (che come la maggior parte delle serie di HBO in Italia è distribuita da Sky e Now), scritta da Will Tracy, uno dei creatori di Succession, e con protagonista Kate Winslet, che oltre a essere una delle attrici più affermate di Hollywood era già stata molto apprezzata in altre serie di HBO come Omicidio a Easttown e Mildred Pierce. Nonostante le premesse però la serie è stata accolta molto tiepidamente dalla critica e dei 300mila spettatori (pochi) della prima puntata solo un terzo è arrivato a guardare l’ultima.
Più di recente c’è stata Dune: Prophecy, tratta dai romanzi del figlio di Frank Herbert, il creatore dell’universo di Dune, e ambientata diecimila anni prima, su cui però ha pesato il basso livello produttivo, soprattutto se paragonato a quello dei film. L’intento palese di HBO era quello di farla assomigliare a Game of Thrones e House of the Dragon, col risultato però di averla allontanata molto dall’originale.
In mezzo c’è stata Il simpatizzante, diretta dal regista sudcoreano Park Chan-wook (quello di Old Boy) e con Robert Downey Jr., due nomi noti che però hanno attratto appena 100mila spettatori statunitensi. A maggio è uscita la seconda parte di The Jinx, docuserie che fu acclamatissima quando uscì ormai 10 anni fa, ma non ha avuto un riscontro neanche vagamente simile alla prima. Ad agosto è stato il momento della terza stagione di Industry, una serie tv sulla finanza londinese che non è mai arrivata in Italia e che ha un seguito affezionato ma abbastanza di nicchia, e a ottobre anche The Franchise, serie comica dello stesso creatore di Veep, non è stata accolta benissimo.
Tra le serie andate bene, oltre a House of the Dragon, ci sono state True Detective: Night Country, che secondo HBO ha raggiunto i 13 milioni di spettatori a puntata (più dell’ultimo episodio di Succession), e Chimp Crazy (di uno dei creatori di Tiger King), che è diventata la sua docuserie più vista.
Nella seconda metà dell’anno HBO aveva investito molto su The Penguin, uno spin off di Batman con protagonista un Colin Farrell quasi irriconoscibile che puntava ad assomigliare ai Soprano, e che è stata effettivamente un successo, diventando la terza serie più vista di HBO (considerando solo le prime stagioni) dopo House of the Dragon e The Last of Us. In modo abbastanza sorprendente, l’ultimo episodio della stagione è stato visto da 2,1 milioni di persone nel giorno in cui è uscito, il 50 per cento di più di quante avevano visto il primo episodio. Tanto che la serie, che era stata pensata come autoconclusiva, è stata confermata per una seconda stagione.
Il New York Times ha scritto che il rallentamento di HBO arriva in un momento in cui tutto il settore dell’intrattenimento è particolarmente fragile. In un periodo di intensa competizione tra le piattaforme e in cui l’industria cinematografica e televisiva hollywoodiana è in ristrettezze economiche, «la società madre di HBO deve affrontare tutte queste sfide, e altre ancora: ha un debito di circa 40 miliardi di dollari e il prezzo delle sue azioni è sceso di oltre il 30% quest’anno».
Quando nel 2022 è nata Warner Bros. Discovery (di cui HBO è una sussidiaria) dalla fusione tra WarnerMedia e Discovery l’idea era proprio di mettere insieme film, serie tv e programmi delle due società per creare una piattaforma di streaming, Max (poi HBO Max), che fosse competitiva con i grandi servizi come Netflix e Prime Video. Secondo i dati di Nielsen però non ci sta riuscendo benissimo: la percentuale di utenti delle piattaforme abbonati a HBO Max nel 2024 è rimasta la stessa del 2023 ed è piuttosto piccola (l’1,2 per cento) anche rispetto a quella di piattaforme meno affermate.
Il critico televisivo e cinematografico di Slate Sam Adams ha fatto notare come la grande forza di HBO per il pubblico statunitense sia sempre stata quella di offrire un appuntamento davanti alla tv, creare attesa prima dell’uscita dei nuovi episodi e poi dibattito nei giorni successivi. In particolare HBO è diventata famosa per la sua programmazione della domenica sera, in cui da sempre propone le sue serie di punta. «Le domeniche sera di HBO erano l’ultimo luogo al di fuori degli eventi dal vivo, in cui eravamo tutti tacitamente d’accordo nel rispettare lo stesso programma».
Era un fenomeno che ha resistito per anni anche nonostante la diffusione delle piattaforme di streaming, ma che quest’anno ha fatto fatica a ricrearsi. Adams dice che è probabilmente dovuto all’approccio di David Zaslav, il CEO di Warner Bros. Discovery, che punta a portare gli spettatori sulla piattaforma di streaming più che davanti alla tv, ma spiega anche che le due cose non si escludono necessariamente a vicenda. Lo si è visto per esempio con la grande attesa che si è creata per i nuovi episodi di Succession e nella prima parte dell’anno con House of the Dragon, ma che fatica a ricrearsi con altre serie nuove come The Regime, che pure secondo Adams aveva tutti i requisiti.
Negli Stati Uniti questa capacità di creare aspettativa e coinvolgimento negli spettatori è una caratteristica piuttosto unica di HBO. Altre piattaforme di streaming, come anche avviene in Italia, fanno uscire le puntate una volta alla settimana, ma il fatto di non avere un appuntamento televisivo corrispondente (e il fatto che gli episodi escono solitamente alla mezzanotte del giorno previsto) non permette di ricreare quella stessa frenesia e partecipazione. In Italia questo effetto lo si è visto forse negli ultimi due mesi con l’uscita dell’ultima stagione dell’Amica geniale, anche questa di HBO, che usciva il lunedì su Rai 1 e poi subito su RaiPlay.
– Leggi anche: Mancherà una serie italiana come “L’amica geniale”
A giugno comunque il New York Times scriveva che negli anni ci sono stati diversi momenti in cui sembrava che HBO sarebbe definitivamente entrata in crisi – quando finì I Soprano si parlò di “HB-Over”, la fine di HBO, e di nuovo successe quando finì Games of Thrones – ma «HBO, per usare un eufemismo, è sopravvissuta». In risposta a questo, il capo di HBO Casey Bloys ha detto che allora «HBO non aveva niente in serbo su cui avrebbe potuto scommettere, mentre questa volta ce l’ha» e in generale ha ripetuto in varie occasioni che ci sono valide novità in arrivo. Una sarà probabilmente la serie di Harry Potter, la cui uscita è prevista per maggio del 2026 e l’altra l’attesa terza stagione di Euphoria, che dopo molte peripezie dovrebbe cominciare a essere girata in questi giorni.