Si è conclusa la rimozione delle scorie tossiche dal luogo del disastro industriale del 1984 a Bhopal, in India

Una veglia in ricordo del disastro di Bhopal organizzata a Bangalore, in India, nel 2014, per il 30esimo anniversario dell'incidente (AP Photo/Aijaz Rahi)
Una veglia in ricordo del disastro di Bhopal organizzata a Bangalore, in India, nel 2014, per il 30esimo anniversario dell'incidente (AP Photo/Aijaz Rahi)

Mercoledì si è conclusa la rimozione di 337 tonnellate di scorie tossiche rimaste in una fabbrica di Bhopal, nell’India centrale, dove quarant’anni fa ci fu il più grave disastro industriale di sempre. Il 3 dicembre 1984 dall’impianto dell’azienda chimica statunitense Union Carbide fuoriuscì una nube di isocianato di metile, una sostanza altamente tossica usata nella fabbricazione di fertilizzanti, che uccise diverse migliaia persone e causò gravi problemi di salute per moltissime altre. Da allora sul luogo si trovavano centinaia di tonnellate di materiali tossici, che negli anni prima della loro rimozione si erano infiltrati nel terreno e nelle falde acquifere locali causando ulteriori problemi di salute.

Il 3 dicembre del 2024 un tribunale del Madhya Pradesh, lo stato indiano dove si trova Bhopal, aveva ordinato la rimozione dei materiali entro 4 settimane. Sono stati quindi raccolti in buste sigillate e caricati su 12 camion, e saranno smaltiti in un inceneritore di rifiuti a Pithampur, a circa 250 chilometri da Bhopal. Il direttore dell’agenzia governativa che si occupa delle conseguenze del disastro di Bhopal, Swatantra Kumar Singh, ha detto che sono state prese precauzioni per assicurare che i fumi e le ceneri dell’operazione non inquinino le zone circostanti, e che saranno fatti dei test per monitorare le emissioni dell’impianto. Residenti e attivisti di Pithampur si lamentano da tempo del piano di smaltire i materiali tossici nell’inceneritore.

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