Perché Gianni Alemanno è stato incarcerato
All'ex sindaco di Roma è stata revocata la possibilità di scontare in detenzione domiciliare la sua condanna del 2022, e ora è indagato per un altro reato
Il 31 dicembre l’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno è stato fermato e portato nel carcere di Rebibbia per ordine del tribunale di sorveglianza, che si occupa della concessione e della revoca delle misure alternative alla detenzione. La decisione del tribunale è stata presa perché Alemanno non ha rispettato le prescrizioni grazie alle quali aveva ottenuto di scontare in casa la pena di un anno e 10 mesi a cui era stato condannato nel 2022 per finanziamento illecito e traffico di influenze illecite, nell’inchiesta chiamata dai giornali “Mafia Capitale”.
Alemanno ha 66 anni, è stato sindaco di Roma dal 2008 al 2013 e prima ancora era stato ministro dell’Agricoltura durante uno dei governi guidati da Silvio Berlusconi. Dopo la condanna aveva ottenuto di iniziare un percorso presso i servizi sociali e stava lavorando nelle strutture di “So.Spe. Solidarietà e Speranza”, un’associazione di Roma che si occupa di ragazze madri, bambini, adolescenti e persone vittime di violenze o in condizione di disagio.
Repubblica riporta alcune parti del documento con cui il tribunale di sorveglianza ha deciso l’incarcerazione di Alemanno, dove viene scritto che si sarebbe dimostrato «del tutto sprezzante rispetto all’esecuzione della condanna in misura alternativa» e che avrebbe violato tale misura «palesando evidente irresponsabilità». Secondo il tribunale di sorveglianza Alemanno ha prodotto documenti falsi per partecipare agli impegni politici del suo nuovo partito seguendo una «condotta arrogante, sprezzante, espressione di una personalità callida (astuta, ndr), pervicace e priva di scrupoli».
Approfittando del suo ruolo in una società che si occupa di gestione immobili, Alemanno avrebbe dunque simulato «la partecipazione ad assemblee condominiali alle quali in realtà non sembra essere intervenuto». Alemanno presenziava invece agli incontri politici del Movimento Indipendenza, partito nato nel 2023 di cui lui è segretario, che si definisce identitario e a favore del sovranismo. Si tratta dunque di un partito che ha legami diretti con la storia politica di Alemanno, ex esponente del Movimento Sociale Italiano, il partito di estrema destra nato nel secondo dopoguerra da reduci del fascismo e della Repubblica Sociale Italiana.
Sempre Repubblica dice che Alemanno l’8 marzo scorso era a Milano, il 9 a Vigonza, vicino Padova, il 6 e 7 aprile a Cosenza. Nei mesi successivi risultano altri suoi incontri fuori Roma (undici in altrettante città tra il 18 e il 19 ottobre) e a ognuno di questi appuntamenti corrisponderebbe un documento giustificativo falso. Le violazioni sono state scoperte durante una nuova inchiesta per riciclaggio in cui Alemanno è indagato, e dalle intercettazioni al suo telefono legate a questo caso. Il 29 giugno Alemanno al telefono avrebbe ad esempio detto: «Dai su! Un’assemblea da qualche parte si troverà».
Questa nuova indagine a suo carico non era nota prima che venisse fuori la notizia dell’incarcerazione.
Violando gli accordi, l’ex sindaco di Roma avrebbe anche incontrato un pregiudicato: l’ex avvocato Paolo Colosimo, zio dell’attuale presidente della commissione parlamentare Antimafia Chiara Colosimo di Fratelli d’Italia, che è stato condannato a 4 anni e 6 mesi di carcere per aver fatto da collegamento tra alcune famiglie della ’ndrangheta e l’ex senatore Nicola Di Girolamo.