Napoli ha ridotto i suoi debiti di oltre un miliardo di euro
Ora però viene il difficile, perché per rimettere i conti in pari ne mancano altri 4
Negli ultimi tre anni, da quando Gaetano Manfredi ha vinto le elezioni, il comune di Napoli ha ridotto le spese e ha recuperato una parte significativa di tasse e multe non pagate da migliaia di persone negli ultimi 20 anni. È un lavoro lungo e complicato, che tuttavia sta dando risultati incoraggianti: lo scorso 20 dicembre, approvando il bilancio di previsione, la Giunta comunale ha annunciato di aver ridotto il debito di oltre un miliardo di euro. La somma è notevole, ma per rimettere i conti in ordine bisogna recuperarne altri quattro.
Fino al 2021 la situazione finanziaria del comune di Napoli era disastrosa. Dagli anni Novanta erano stati accumulati moltissimi debiti e non era stato fatto quasi nulla per accertare i pagamenti regolari di tasse e multe. I controlli erano così scarsi che per anni non è stato possibile capire nemmeno a quanto ammontasse il debito complessivo della città, che via via aumentava. Dal 2012 il comune è stato in una situazione definita di predissesto, molto vicino al fallimento.
Lo Stato aveva proposto diversi piani per rimettere i conti in ordine a patto di limitare le spese, vendere gli immobili inutilizzati e aumentare le entrate. Per anni, però, il comune non era riuscito a mantenere le promesse, in particolare quelle legate alla riscossione. Alla fine del 2019 erano stati accumulati 802 milioni di euro di multe non incassate negli anni precedenti, 905 milioni di tariffa rifiuti e 236 milioni di IMU, la tassa sugli immobili. Per l’affitto di case e stabili di proprietà non erano stati incassati quasi 300 milioni di euro, con un tasso di riscossione del 15 per cento.
Uno dei primi provvedimenti sostenuti da Gaetano Manfredi dopo essere stato eletto sindaco è stato l’accordo con il governo, chiamato Patto per Napoli, per evitare il fallimento del comune. L’allora governo Draghi assicurò un sostegno economico da 1,3 miliardi di euro a condizioni vantaggiose (una parte in prestito, una parte a fondo perduto), a fronte dell’impegno a sanare i conti nel più breve tempo possibile e a controllare meglio le spese rispetto al passato.
Nel 2022 la gestione del recupero delle tasse arretrate è passata dall’Agenzia delle entrate-Riscossione, ente statale, a Napoli Obiettivo Valore (NOV), una società nata da una collaborazione tra il comune e Municipia, società che si occupa di digitalizzazione dei processi nella pubblica amministrazione. Dall’ottobre del 2023 la società ha inviato un milione di atti di riscossione a persone che non avevano pagato quanto dovuto. Lo scorso agosto erano stati incassati i primi 61 milioni di euro.
L’obiettivo per il 2025 è ridurre almeno di un altro miliardo di euro i debiti arretrati: 562 grazie al fatto che le entrate supereranno di oltre mezzo miliardo di euro le spese, e altri 600 milioni di euro con nuovi recuperi. Se tutto andrà come previsto, il comune stima di poter uscire dalla condizione di predissesto nel 2032.
Anche se l’assessore al Bilancio Pier Paolo Baretta è ottimista, il grosso del lavoro arriverà nei prossimi mesi con la riorganizzazione delle società partecipate dal comune. Il piano prevede di eliminare o unire alcune società per risparmiare soldi. È stata annunciata la creazione della Società del Patrimonio, che dovrebbe assorbire il lavoro dell’attuale Napoli Servizi, l’azienda a cui è stata affidata la gestione della manutenzione degli immobili pubblici e degli affitti. L’ANM, Azienda Napoletana Mobilità, che gestisce il trasporto pubblico della città, potrebbe farsi carico anche della pulizia delle strade. La riorganizzazione delle società partecipate è complessa perché negli anni le aziende pubbliche sono diventate – non solo a Napoli – dei centri di potere con spese difficili da controllare.