In Corea del Sud è stato emesso un mandato d’arresto per l’ex presidente Yoon Suk-yeol
Lo aveva chiesto la polizia che sta indagando sull'imposizione della legge marziale di inizio dicembre
Un tribunale di Seul ha approvato l’emissione di un mandato di arresto chiesto dagli investigatori nei confronti dell’ex presidente della Corea del Sud Yoon Suk-yeol, sospeso dal suo incarico in seguito a una procedura di impeachment votata dal parlamento dopo che il 3 dicembre aveva imposto per alcune ore la legge marziale in un tentativo di instaurare un regime autoritario.
Il mandato d’arresto è il risultato delle indagini aperte dal ministero della Giustizia che ha accusato l’ex presidente di insurrezione e tradimento: nel caso in cui Yoon venisse incriminato e ritenuto colpevole rischierebbe l’ergastolo o la pena di morte. Gli investigatori avevano tentato più volte di interrogarlo, ma finora Yoon si era sempre rifiutato di rispondere.
Non si sa ancora quando o come verrà eseguito il mandato di arresto, valido fino al 6 gennaio. Yoon Kab-keun, un avvocato dell’ex presidente, ha definito l’iniziativa degli investigatori «illegale» perché secondo la difesa il reparto della polizia a cui sono state affidate le indagini non ha il potere di indagare l’ex presidente.
È la prima volta nella storia del paese che viene chiesto un mandato d’arresto per un presidente prima che la procedura di impeachment sia completa: dopo il voto del parlamento serve infatti un giudizio della Corte costituzionale per rimuovere un presidente definitivamente; la Corte ha sei mesi di tempo per confermare o respingere l’impeachment, e servono sei voti favorevoli dei giudici della Corte su nove, ma al momento l’organo non è al completo: il parlamento deve ancora sostituire tre membri della corte che sono andati in pensione. Martedì il presidente ad interim, Choi Sang-mok, ha detto che completerà le nomine vacanti: ne ha fatte due già martedì, per la terza (e ultima) attenderà un compromesso tra i partiti in parlamento.
Fuori dalla casa di Yoon sono state schierate le forze dell’ordine per prevenire scontri tra i sostenitori dell’ex presidente e i manifestanti che chiedono la sua incriminazione.
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