Il presidente sudcoreano ad interim ha nominato due giudici della Corte costituzionale, che voteranno l’impeachment dell’ex presidente
Martedì il presidente sudcoreano ad interim Choi Sang-mok, che è in carica dallo scorso 27 dicembre, ha detto che completerà le tre nomine vacanti della Corte costituzionale. Ha nominato due giudici martedì e ne nominerà un terzo più avanti, quando sarà raggiunto un compromesso in parlamento. È un passaggio importante perché la Corte deve esprimersi entro sei mesi sulla procedura d’impeachment all’ex presidente Yoon Suk-yeol, approvata dal parlamento dopo il suo tentativo di instaurare un regime autoritario lo scorso 3 dicembre. Perché sia confermata servono sei voti favorevoli dei giudici della Corte su nove: senza sostituire i tre andati in pensione, sarebbe bastato un solo voto a favore di Yoon per invalidare l’impeachment, e fargli recuperare le sue funzioni.
Il parlamento aveva già chiesto al predecessore di Choi, Han Duck-soo, di nominare i tre giudici mancanti, ma Han si era rifiutato sostenendo che un presidente ad interim non avesse «l’autorità per farlo». Secondo le opposizioni, guidate dal Partito Democratico, questa scelta era un tentativo di rendere più facile un’assoluzione di Yoon: avevano quindi rimosso Han dopo soli 12 giorni d’incarico. Choi ha spiegato che le nomine sono motivate dall’«urgenza di far terminare l’incertezza politica e i conflitti sociali». La Corte costituzionale dovrà convalidare anche l’impeachment di Han. Intanto un tribunale di Seul ha approvato l’emissione di un mandato di arresto nei confronti di Yoon Suk-yeol, valido fino al 6 gennaio. È il risultato delle indagini del ministero della Giustizia in cui è accusato di insurrezione e tradimento, ma non si sa ancora quando o come verrà eseguito.