È stato liberato il cittadino italiano arrestato in Iraq con l’accusa di fare propaganda per l’ISIS

La foto dell'arresto diffusa dalle Forze di mobilitazione popolare (Shafaq News)
La foto dell'arresto diffusa dalle Forze di mobilitazione popolare (Shafaq News)

Il cittadino italiano che lunedì era stato arrestato in Iraq con l’accusa di fare propaganda per l’ISIS è stato liberato e ha lasciato il paese, ha comunicato il ministero degli Esteri italiano. L’arresto era stato annunciato dalle Forze di mobilitazione popolare (Al Hashd Al Sha’bi, o PMF), milizia filoiraniana che è la principale forza sciita di opposizione all’ISIS nel paese. Le PMF avevano diffuso una foto dell’uomo arrestato e del suo passaporto: si chiama Marco Picillo, ha 25 anni ed è un dottorando in Ingegneria Aerospaziale al Politecnico di Torino.

Le PMF avevano anche diffuso la foto di un libro che Picillo aveva con sé: Bandiere Nere. La nascita dell’ISIS, racconto della storia dell’ISIS del giornalista statunitense Joby Warrick, che per quel libro nel 2016 vinse il premio Pulitzer per la saggistica. Picillo è stato arrestato a un posto di blocco a Tikrit, circa 16o chilometri a nord di Baghdad. Le PMF non avevano fornito dettagli sui motivi dell’arresto e se il libro che aveva con sé era stato in qualche modo scambiato per una pubblicazione di propaganda per l’ISIS. Il governo italiano ha detto che «il controllo è nato da un malinteso e si è rapidamente risolto» con l’assistenza dell’ambasciata italiana in Iraq. Al momento non si sa perché Picillo si trovasse nel paese.