Il “nuovo reddito di povertà” siciliano
La giunta ha approvato un sussidio che somiglia al vecchio reddito di cittadinanza, anche se verrà erogato in una volta sola
Sabato la giunta della Sicilia ha approvato i criteri per il nuovo “reddito di povertà”, una misura regionale che prevede un contributo economico a chi ha un reddito inferiore ai cinquemila euro all’anno. Il reddito di povertà avrà un importo minimo di 2.500 euro e un massimo di 5.000 euro: sarà erogato in una sola volta da IRFIS-FinSicilia, società partecipata da Regione Siciliana, sulla base di una graduatoria che assegnerà un punteggio a ogni nucleo familiare che ne farà richiesta. L’avviso per accedere alla misura sarà pubblicato dall’assessorato alla Famiglia dopo l’emanazione del decreto con i criteri, prevista nei prossimi giorni.
Il presidente regionale Renato Schifani aveva annunciato il reddito di povertà a fine ottobre, dicendo che nella legge finanziaria della Assemblea regionale siciliana – il parlamento locale – approvata poi sabato sarebbero stati previsti 30 milioni di euro a fondo perduto per il sussidio. La proposta non era stata bene accolta da Fratelli d’Italia, che fa parte della maggioranza in Regione e non voleva che la misura somigliasse troppo al reddito di cittadinanza abolito dal governo di Giorgia Meloni. I sindacati d’altro canto ne avevano criticato l’insufficienza dell’importo a fronte della potenziale platea dei beneficiari.
Per richiedere il reddito di povertà è necessario avere un ISEE (Indicatore Situazione Economica Equivalente) relativo al 2023 inferiore a cinquemila euro. Sul sito della regione si spiega che il contributo economico verrà distribuito in base a fasce che prevedono diversi punteggi per le famiglie richiedenti: 5.000 euro oltre i 30 punti, 3.500 euro fino a 30 punti e 2.500 euro fino a 20 punti. I punti vengono assegnati valutando il reddito, il numero dei componenti familiari e dei figli minorenni, l’affitto ed eventuali condizioni di vulnerabilità sociale.
In cambio i beneficiari dovranno svolgere attività socialmente utili accordandosi con il proprio comune di residenza, come richiesto da Fratelli d’Italia. Nel comunicato la regione specifica che a queste attività non seguiranno assunzioni negli enti locali.
Schifani ha detto che il decreto con l’istituzione del reddito di povertà sarà pubblicato a breve e che le procedure saranno snelle in modo tale da garantire l’erogazione del contributo facilmente. I sindacati hanno ribadito le critiche alla misura già fatte nei mesi scorsi: tra gli altri il segretario della CGIL Sicilia, Alfio Mannino, ha detto che con 30 milioni di euro solo 20mila famiglie potranno ricevere il reddito di povertà a fronte di 345mila famiglie che in Sicilia hanno un reddito inferiore a cinquemila euro.
Nei mesi scorsi la deputata dell’Assemblea regionale siciliana di Forza Italia Luisa Lantieri aveva presentato un disegno di legge per l’introduzione di un «reddito regionale di cittadinanza». L’idea era nata dopo l’abolizione del reddito di cittadinanza, che aveva penalizzato in modo particolare alcune regioni del Sud dove i percettori erano più numerosi. I sussidi per le persone in condizioni di povertà introdotti al suo posto – l’assegno di inclusione (ADI) e il supporto per la formazione e il lavoro (SFL) – hanno maglie più strette e hanno quasi dimezzato le persone che ne beneficiavano. La proposta di Lantieri era stata però un’iniziativa singola, da cui Schifani aveva preso le distanze per poi proporre il reddito di povertà. Non è ancora chiaro quando inizierà a essere distribuito il sussidio, secondo Repubblica Palermo potrebbe partire dalla primavera.
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