In Serbia 13 persone sono state accusate per il crollo della tettoia di Novi Sad
Lunedì la procura di Novi Sad, nel nord-ovest della Serbia, ha accusato formalmente 13 persone per il crollo della tettoia della stazione ferroviaria della città che il 1° novembre aveva causato 15 morti. Tra gli accusati ci sono dirigenti delle infrastrutture ferroviarie e funzionari politici, compreso l’ex ministro serbo dei Lavori pubblici Goran Vesić, che si era dimesso a causa dell’incidente. Vesić era stato arrestato inizialmente ma era poi stato rilasciato: i procuratori hanno ora chiesto che venga di nuovo detenuto, scrive Balkan Insight.
La procura ha chiesto la custodia cautelare anche per Jelena Tanasković, l’ex direttrice della compagnia nazionale ferroviaria, e per Anita Dimovski, ex viceministra dei Lavori pubblici. Oltre a loro sono accusati anche Nebojsa Surlan, direttore generale della compagnia nazionale ferroviaria all’epoca della ricostruzione della stazione di Novi Sad, e altri nove tra rappresentanti di società edili, imprenditori edili, tecnici.
La stazione di Novi Sad era stata ristrutturata due volte negli ultimi anni. Nelle scorse settimane il crollo della tettoia era diventato un caso politico ed erano state organizzate numerose proteste. Per i manifestanti il crollo è da ricondurre alla diffusa corruzione e alla poca trasparenza rispetto agli appalti delle opere pubbliche in Serbia, spesso realizzate in collaborazione con aziende statali cinesi.
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