Pedro Sánchez non sta passando buone feste
Le inchieste contro la moglie, il fratello e vari membri del partito del primo ministro spagnolo stanno distogliendo l'attenzione dagli ottimi risultati economici del suo governo
Il primo ministro spagnolo Pedro Sánchez governa una delle economie di maggior successo e più in crescita al mondo, e negli ultimi anni i suoi governi hanno approvato importanti riforme economiche e sociali. Nonostante questo, chiuderà il 2024 in una condizione di precarietà: la sua coalizione è debole, e una serie di inchieste giudiziarie ha coinvolto sia la famiglia di Sánchez sia il suo partito, il Partito Socialista (PSOE).
Sánchez e i suoi alleati sostengono che le inchieste siano politicamente motivate: parlano di lawfare, una parola diventata molto di moda nella politica spagnola che è una crasi tra i termini inglesi law (legge) e warfare (arte bellica). In Spagna ormai da alcuni anni si parla di lawfare quando si ritiene che una certa inchiesta sia politicizzata o sia stata strumentalizzata contro un avversario politico. L’attuale governo sostiene che parte della magistratura spagnola stia facendo campagna politica contro Sánchez, e ha perfino accusato il Partito Popolare (il principale partito di opposizione, di centrodestra) di essere in combutta con i giudici, che fornirebbero informazioni privilegiate utili per attaccare i socialisti.
L’inchiesta contro la moglie di Sánchez
L’inchiesta contro Begoña Gómez, moglie del primo ministro, è quella che ha provocato più polemiche politiche. È partita nella primavera del 2024 dalla denuncia di uno “pseudosindacato” di estrema destra che si chiama Manos Limpias (significa Mani Pulite, sì) e che è famoso per le sue frequenti denunce contro politici e personaggi pubblici progressisti, quasi tutte false o inconcludenti. Nel caso di Gómez, però, un giudice ha ritenuto che le accuse meritassero di essere indagate, e ha aperto un procedimento.
Manos Limpias ha accusato Gómez di traffico di influenze illecite, e in particolare di aver sfruttato la propria relazione con il primo ministro spagnolo per aiutare un’azienda privata a ottenere un grosso finanziamento pubblico.
Del caso si iniziò a parlare lo scorso aprile: Sánchez accusò Manos Limpias e i magistrati che avevano aperto l’indagine di agire per interesse politico, e parlò di «macchina del fango» in una lettera alla cittadinanza pubblicata online. Minacciò anche di dimettersi, ma poi non lo fece.
A ottobre un’altra organizzazione di estrema destra e ultracattolica, HazteOír, ha denunciato Gómez per appropriazione indebita, accusandola di aver pubblicato su un sito di sua proprietà un software sviluppato con fondi dell’Università Complutense di Madrid. Gómez, che aveva una cattedra all’università, usava il software per fare lezione, ma secondo la denuncia ci sarebbero irregolarità nella creazione e nella gestione del programma. Il giudice Carlos Peinado, lo stesso che ha accolto la denuncia di Manos Limpias, ha accolto anche quella di HazteOír e avviato un altro procedimento contro Gómez.
L’inchiesta contro il fratello di Sánchez
Una denuncia di Manos Limpias è alla base di un’altra inchiesta contro il fratello di Pedro Sánchez, che si chiama David Sánchez ma è più noto in Spagna con il nome d’arte David Azagra (scelto proprio per distinguersi da Pedro). David Azagra è un musicista e direttore d’orchestra, ed è stato accusato tra le altre cose di traffico di influenze, malversazione e arricchimento illecito perché avrebbe ottenuto in maniera irregolare il posto di capo dell’ufficio di Arti dello spettacolo presso la provincia di Badajoz, con uno stipendio annuale di 55mila euro.
Ci sono poi a suo carico accuse di evasione fiscale, perché Azagra è accusato (ma non è chiaro se lo sia o meno) di essere residente in Portogallo, pur avendo uno stipendio da dipendente pubblico in Spagna. Azagra deporrà per la prima volta in tribunale all’inizio di gennaio.
L’inchiesta contro i membri del PSOE
Se le inchieste contro la moglie e il fratello di Sánchez sono considerate pretestuose da molti osservatori, e l’aspettativa generale è che saranno archiviate, genera più preoccupazione dentro al partito un’inchiesta che ha riguardato l’ex ministro dei Trasporti del governo di Sánchez, José Luis Ábalos, e che è definita dai media “caso Ábalos” o “caso Koldo”. Questa inchiesta è partita da una denuncia diretta del Partito Popolare.
Secondo l’accusa il ministro Ábalos e Koldo García, un suo stretto collaboratore, insieme ad altre persone, avrebbero ricevuto centinaia di migliaia di euro in tangenti per favorire l’imprenditore Víctor de Aldama e fargli ottenere alcuni appalti pubblici dal valore di decine di milioni di euro. Koldo García è stato arrestato a febbraio e rilasciato poco dopo, mentre Ábalos è stato espulso dal Partito Socialista. Intanto però l’imprenditore de Aldama ha fatto il nome di vari altri politici socialisti, cercando di coinvolgerli nell’indagine.
La coalizione che traballa
Il gran numero di indagini giudiziarie contro la famiglia di Sánchez e il suo partito sta distogliendo l’attenzione dell’opinione pubblica dai buoni risultati economici ottenuti finora. In tutto questo, la coalizione di governo di Sánchez è estremamente debole.
Il PSOE è il principale partito di un governo di minoranza in alleanza con Sumar, una forza politica di sinistra, ma non ha i voti per approvare le leggi. Per farlo si appoggia a una serie di partiti più piccoli, come gli indipendentisti baschi del PNV e gli indipendentisti catalani di Junts (centrodestra) ed ERC (centrosinistra).
Già nella legislatura precedente (l’attuale è cominciata nel 2023) Sánchez era riuscito a ottenere buoni risultati con un governo di minoranza, ma questa volta le forze che lo sostengono sono più riottose. Junts, in particolare, sta cercando di ottenere grosse concessioni, e sta di fatto bloccando l’approvazione della legge di bilancio. A dicembre il partito ha perfino proposto una mozione di sfiducia contro il governo: anche se tutti la ritengono una mossa negoziale, è comunque un segnale della debolezza politica di Sánchez.