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  • Lunedì 30 dicembre 2024

Le indagini sullo schianto dell’aereo in Corea del Sud

Le cause non sono ancora chiare ma si ipotizza un malfunzionamento dei dispositivi d'atterraggio o un bird strike, ossia una collisione con uccelli

L'aeroporto internazionale di Muan, il 29 dicembre
L'aeroporto internazionale di Muan, il 29 dicembre (AP Photo/Ahn Young-joon)
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Non è ancora chiara la causa, o le cause, dello schianto dell’aereo di linea Jeju Air in Corea del Sud in cui domenica sono morti 179 dei 181 passeggeri a bordo. Le indagini sono in corso, e le ipotesi principali sono due: un malfunzionamento dei dispositivi e dei sistemi usati durante l’atterraggio, e il possibile impatto dell’aereo con uno o più uccelli (in gergo bird strike) che potrebbe aver compromesso i motori. È possibile anche che siano avvenute entrambe le cose.

L’aereo che si è schiantato era un Boeing 737-800 partito da Bangkok. Alle indagini sta partecipando anche una squadra statunitense (Boeing è un’azienda americana) composta da dipendenti di Boeing e funzionari delle agenzie per la Sicurezza aerea (FAA) e per la Sicurezza dei trasporti (NTSB). Intanto il nuovo presidente coreano ad interim Choi Sang-mok, in carica dallo scorso 27 dicembre, ha ordinato a tutte le compagnie aeree del paese di ispezionare i loro velivoli e soprattutto i Boeing 737-800 per trovare eventuali problemi.

Le autorità sudcoreane non si sono esposte sulle cause dell’incidente, in attesa di progressi nelle indagini. Potrebbe volerci un po’: la scatola nera dell’aereo è stata recuperata, ma è danneggiata e non si sa quanto tempo ci vorrà a estrarre e interpretare le informazioni che contiene. In passato, per altri disastri aerei ci sono voluti anche anni prima di ottenere una ricostruzione definitiva degli eventi. Intanto, lunedì Jeju Air ha fatto sapere che circa 68mila prenotazioni per voli interni e internazionali sono state cancellate nelle ore successive all’incidente.

I soccorritori sul luogo dello schianto, il 29 dicembre

I soccorritori sul luogo dello schianto, il 29 dicembre (AP Photo/Ahn Young-joon)

I video dell’incidente di domenica mostrano l’aereo tentare un atterraggio d’emergenza e schiantarsi contro un muro al termine della pista dell’aeroporto internazionale di Muan, prendendo fuoco. Nei filmati si vede che l’aereo non aveva abbassato i carrelli d’atterraggio e non aveva aperto le alette (in gergo flaps), cioè delle superfici mobili installate sulle ali che servono a frenare. Ha quindi toccato terra, strisciando sul ventre della fusoliera, a una velocità superiore a quella d’atterraggio, e non è riuscito a fermarsi.

I dispositivi d’atterraggio, come carrelli e alette, vengono attivati da un sistema idraulico. Se questo non funziona, i piloti possono provare a inserirli manualmente. Un’ipotesi è che non abbia funzionato neppure il sistema manuale, oppure che i piloti non si siano accorti che i dispositivi non si erano attivati (anche se il capitano era un pilota esperto, con 6.823 ore di volo accumulate). L’aeroporto di Muan è nel sud-ovest del paese, sulla costa: è circondato da corsi e bacini d’acqua su cui l’aereo avrebbe potuto tentare un ammaraggio, che alcuni esperti ritengono meno pericoloso di un atterraggio d’emergenza sulla pista se il carrello non viene estratto.

In parallelo ai possibili errori e guasti c’è la questione del bird strike, ossia l’impatto con uno o più uccelli che potrebbe aver compromessi i motori. Le autorità non hanno ancora confermato se l’impatto c’è stato, e cercheranno indizi in merito nei motori dell’aereo. Gli esperti consultati dai media locali e internazionali hanno però espresso vari dubbi sulla possibilità che questo da solo possa aver compromesso così gravemente il funzionamento dell’aereo.

I bird strike avvengono relativamente spesso, ma raramente costringono a un atterraggio come quello di Muan, anche perché in caso di necessità gli aerei possono volare con un motore solo. Se uno (o più) dei motori diventa inservibile in volo, però, l’aereo deve dirigersi subito verso l’aeroporto più vicino, e atterrare in emergenza.

Le cose si complicano se vengono danneggiate entrambe le turbine, come avvenne nel 2009 per il volo US Airways Flight che compì un incredibile ammaraggio sul fiume Hudson, a New York. Qualora fossero stati danneggiati entrambi i motori, l’equipaggio potrebbe non aver avuto tempo a sufficienza per prepararsi all’atterraggio di emergenza.

I soccorritori recuperano i corpi dai rottami dell'aereo, il 29 dicembre

I soccorritori recuperano i corpi dai rottami dell’aereo, il 29 dicembre (AP Photo/Ahn Young-joon)

Alle 8:45 di domenica, un quarto d’ora prima dello schianto, la torre di controllo aveva avvisato il volo Jeju Air del rischio di un bird strike. Nella zona di Muan è comune che sostino gli uccelli durante la migrazione, e domenica sono stati fotografati alcuni stormi nei pressi dell’aeroporto, che è quello con la più alta incidenza di collisioni con uccelli tra i 14 del paese (la percentuale è comunque molto piccola rispetto al totale dei voli). Alle 8:59 il pilota aveva mandato un segnale di emergenza (mayday in gergo) prima di tentare l’atterraggio, concluso alle 9:03 con lo schianto.

Dopo il mayday l’aereo, con il permesso della torre di controllo, ha tentato di scendere sulla pista nella direzione opposta a quella solita di atterraggio. Questo cambio di rotta è avvenuto tardi, riducendo ulteriormente il tempo a disposizione dei piloti, e la dinamica andrà chiarita dalle indagini. Il sito specializzato Flightradar24 ha ipotizzato che la manovra potesse servire a chiedere al personale di terra di accertare se i dispositivi d’atterraggio fossero inseriti o meno.

Il governo coreano ha detto che sia la pista, lunga 2,8 chilometri, sia le barriere al suo termine rispettavano gli standard di sicurezza, smentendo alcune speculazioni circolate nelle prime ore dopo l’incidente. Di solito incidenti così gravi non sono determinati da un fattore solo, ma da una concomitanza di fattori.

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