La Russia ha confermato gravi danni ambientali nel mar Nero in seguito al danneggiamento di due petroliere
La Russia ha confermato che la perdita di petrolio seguita al danneggiamento di due petroliere russe nel mar Nero il 15 dicembre ha causato gravi danni ambientali, la cui entità ed estensione non è ancora stata esattamente definita. Secondo le autorità, le petroliere russe trasportavano 9.200 tonnellate di petrolio e circa il 40 per cento del carico potrebbe essersi disperso in mare.
Le due petroliere erano state fortemente danneggiate durante una tempesta lo scorso 15 dicembre – una si era spezzata ed era affondata – ed entrambe hanno causato una fuoriuscita di petrolio in mare. Gli incidenti sono avvenuti nello stretto di Kerch, che unisce la Russia alla penisola della Crimea, annessa illegalmente dalla Russia nel 2014. Nei giorni successivi all’incidente, il governo russo ha avviato operazioni di soccorso e di contenimento dei danni e migliaia di volontari erano stati coinvolti nelle operazioni di pulizia dell’area, che alcuni esperti russi hanno però definito insufficienti. Lo scorso 20 dicembre il presidente russo Vladimir Putin aveva definito la perdita di petrolio un «disastro ecologico».