Le proteste contro l’arcivescovo di Friburgo, alla messa di Natale
I fedeli gli contestano la decisione, mai motivata, di licenziare il direttore del famoso coro della cattedrale tedesca
La tradizionale messa di Natale nella cattedrale di Friburgo, in Germania, quest’anno è stata molto più animata del previsto: molti fedeli hanno contestato l’arcivescovo Stephan Burger, costringendo la televisione locale ecclesiastica a interrompere la diretta. I presenti protestavano per il licenziamento del direttore del coro Boris Böhmann: hanno lungamente applaudito una canzone del coro, hanno urlato slogan a favore del direttore del coro e hanno interrotto e deriso l’arcivescovo quando questi voleva dare la benedizione finale, al termine della messa.
Il coro della cattedrale di Friburgo è un’istituzione musicale molto nota, che registra dischi e fa tournée in giro per il mondo, dal Giappone all’Argentina. La mobilitazione a favore di Böhmann va avanti da mesi: è uno stimato direttore d’orchestra e compositore, e la dirige dal 2003, ma a luglio aveva ricevuto dall’arcidiocesi una lettera di licenziamento, che dovrebbe diventare effettivo a febbraio. I vertici ecclesiastici non hanno mai voluto spiegare i motivi del licenziamento, dicendo di non poter fornire dettagli per il rispetto della privacy.
Prima della messa alcuni dei presenti avevano distribuito dei volantini con un QR code che rimandava a una petizione per chiedere «l’immediato ritiro del licenziamento».
Böhmann dirige quattro istituzioni musicali legate alla cattedrale di Friburgo: la più nota è il cosiddetto “Coro dei ragazzi”, che comprende circa 55 ragazzi e 25 voci adulte e ha una tradizione di otto secoli. Ma ci sono anche il Coro della cattedrale, il Coro da Camera e l’Orchestra della cattedrale. È inoltre a capo della scuola di musica del Coro, che ha circa 600 allievi. Tutti i cori e la scuola si sono mobilitati in questi mesi per protestare contro la rimozione del direttore.
Tutte le istituzioni musicali dipendono dalla Domfabrikfonds, una fondazione pubblica indipendente. Secondo lo statuto però assunzioni e licenziamenti sono decisi dall’arcivescovo e dal capitolo metropolitano, un organo ecclesiastico. Le autorità ecclesiastiche hanno definito il licenziamento come l’«extrema ratio» di un conflitto che dura da tempo (dal 2018, secondo quanto ricostruito dai giornali tedeschi). Il vescovo aggiunto Peter Birkhofer ha detto alla Frankfurter Allgemeine che «vari tentativi di conciliazione sono falliti». Né le autorità ecclesiastiche né Böhmann hanno però mai indicato quali siano le ragioni del conflitto: la diocesi si è limitata a smentire che ci siano alla base abusi sessuali di alcun tipo, per evitare speculazioni.
L’assenza di spiegazioni e il mistero sulle cause hanno animato ulteriormente la protesta, che al momento però non sembra poter fermare il licenziamento. Böhmann sta procedendo anche per vie legali, ricorrendo a un giudice del lavoro. La sentenza però non dovrebbe arrivare prima di marzo, quando il licenziamento sarà già avvenuto.