La regata di vela in cui sono morte due persone, in Australia
Va da Sydney a Hobart, si tiene ogni anno ed è nota per le condizioni difficili: questa edizione è andata peggio del solito
La regata da Sydney a Hobart è una delle competizioni di barca a vela più antiche e famose in Australia: va dalla più grande città del paese alla capitale della Tasmania, attraversando un tratto di oceano Pacifico noto per le difficili condizioni del mare. L’edizione di quest’anno è stata particolarmente pericolosa: nel giro di 24 ore due persone sono morte, una terza è stata soccorsa dopo essere finita in mare, e un quinto delle barche partecipanti si è ritirato.
La prima barca a raggiungere il traguardo è stata LawConnect, che ci ha messo un giorno, 13 ore, 35 minuti e 13 secondi.
Le due persone morte facevano parte di due equipaggi diversi. Il primo incidente è avvenuto sulla barca Flying Fish Arctos: Roy Quaden, un uomo di 55 anni, è stato colpito in testa dal boma, una grossa barra orizzontale connessa all’albero che tiene tesa la vela principale delle barche in gara, e che durante le manovre può oscillare improvvisamente da una parte all’altra del ponte. Il secondo incidente è avvenuto alcune ore dopo: Nick Smith, un marinaio esperto di 65 anni a bordo della Bowline, è stato colpito da un sistema di corde che serve a regolare le vele e ha sbattuto la testa su un winch, un mulinello che serve ad avvolgere le corde. L’uomo finito in mare è Luke Watkins, di 37 anni, a bordo della Porco Rosso. Dopo essere stato sbalzato in acqua è andato alla deriva per circa un chilometro prima di essere recuperato vivo dalla sua barca.
Alla partenza le condizioni meteo e del mare erano considerate ottimali per la gara, ma sono peggiorate rapidamente: in breve tempo hanno costretto 22 barche su 104 partecipanti a ritirarsi, per danni meccanici o elettrici, per infortunio, e almeno in un caso per un incendio a bordo. Anche gli equipaggi considerati favoriti per la vittoria hanno avuto problemi. Fra quelli che hanno scelto di ritirarsi infatti c’è anche quello della Master Lock Comanche, barca che detiene il record di velocità nella gara e aveva vinto fra le altre l’edizione di due anni fa, e quello dell’Alive, vincitrice della Tattersall Cup dell’anno scorso.
Ci sono infatti due modi per “vincere” la regata da Sydney a Hobart: alla barca che arriva prima vengono riconosciuti prestigio e onore, ma il trofeo vero e proprio, chiamato Tattersall Cup, viene assegnato bilanciando il tempo di arrivo con la lunghezza, forma, peso e dimensione delle vele delle barche. Le barche più piccole ricevono quindi un vantaggio sul tempo rispetto ai più veloci “maxi”, la categoria in cui rientrano gli yacht da gara più grandi, lunghi una trentina di metri (che al giorno d’oggi ci mettono circa di 36 ore a completare la gara). Nella categoria più piccola invece si trovano barche attorno ai nove metri con equipaggi di sole due persone, spesso amatoriali o familiari. Quest’anno la Tattersall Cup è andata a Celestial V70.
La regata si svolge fra il mare di Tasman, nel sudest dell’Australia, e lo stretto di Bass, che separa l’Australia dalla Tasmania. La zona è nota per i forti venti che spesso soffiano da sud, e quindi anche se la gara si svolge in estate (che nell’emisfero sud inizia a dicembre) gli equipaggi affrontano solitamente viaggi movimentati e freddi. Molte barche si ritirano prima di allontanarsi dalla terraferma e tentare di attraversare lo stretto di Bass.
Nonostante le condizioni di quest’anno siano state particolarmente ostiche, l’anno peggiore nella storia della regata, che si tiene dal 1945, fu il 1998. In quell’edizione una burrasca fece affondare cinque barche, causando la morte di sei persone, e costrinse gli equipaggi ad abbandonarne altre sette. Nei soccorsi furono impiegati 30 aerei civili e militari. Delle 115 barche che iniziarono la gara, solo 44 la completarono. Da allora sono stati posti dei requisiti minimi di età ed esperienza per la partecipazione.
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