Quando scoprimmo l’animale più longevo di sempre, uccidendolo

Con i suoi oltre 500 anni, un'anonima vongola artica detiene per molti il record, ma fece una brutta fine poco prima della datazione

(Bangor University)
(Bangor University)
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Pochi anni dopo l’arrivo di Cristoforo Colombo nelle Americhe nel 1492, nelle acque intorno all’Islanda nacque una vongola artica, all’apparenza come le altre. Mentre il mondo continuava a cambiare, tra scoperte sensazionali e guerre sanguinarie, quel mollusco continuò a vivere e a svilupparsi per secoli, diventando l’animale più longevo conosciuto. Poco meno di venti anni fa un gruppo di ricerca ebbe il merito di scoprire quella vongola anzianissima, ma ebbe anche la responsabilità di determinarne la fine.

Tutto era iniziato nell’autunno del 2006 quando alcuni ricercatori della Bangor University (Regno Unito) avevano organizzato una spedizione per lo studio della piattaforma settentrionale islandese, che si estende dalla costa settentrionale dell’Islanda verso l’oceano Atlantico del nord. In molte aree non è particolarmente profonda, qualche centinaio di metri, e la raccolta di campioni dal fondale può essere utile per studiare come sono cambiati gli ecosistemi che ospita, in particolare nella recente fase di riscaldamento globale.

Con una nave da esplorazione, i ricercatori avevano effettuato il dragaggio di parte del fondale, cioè la rimozione di sedimenti e detriti, per selezionare campioni da analizzare. Le attività avevano portato alla raccolta di vari tipi di molluschi, comprese alcune vongole artiche (Arctica islandica) di particolare interesse, per via delle loro dimensioni e di altre caratteristiche, anche se non si pensava che una di queste di circa 9 centimetri per 7 potesse essere così antica.

Inizialmente si riteneva che buona parte dei molluschi bivalvi come le vongole raggiungesse al massimo i 100 anni di vita. Verso la fine degli anni Ottanta questa convinzione era stata però messa in crisi da alcuni ricercatori, che avevano sviluppato un sistema per calcolare l’età di questi animali contando gli anelli di accrescimento delle loro conchiglie, un po’ come si fa con gli anelli degli alberi.

Man mano che i molluschi bivalvi invecchiano diventando più grandi, le conchiglie che li racchiudono si espandono e il segno di questa espansione sono le linee che le attraversano. Fu necessario un po’ di tempo prima che venisse accettato il calcolo degli anni in questo modo, ma è ormai un sistema condiviso in particolare per alcune conchiglie come quelle delle vongole artiche.

Il conteggio degli anelli non è particolarmente difficile, ma può comunque portare a qualche errore di calcolo. Dopo avere analizzato una delle conchiglie raccolte dalla spedizione in Islanda, il gruppo di ricerca concluse inizialmente che avesse 405 anni e che fosse quindi l’animale vivente più antico mai osservato, anche attraverso analisi per la datazione al radiocarbonio. Nel 2013 la stima fu rivista grazie a un calcolo più accurato degli anelli, in particolare nella zona dove si congiungono le due valve, cioè le parti distinte e pressoché simmetriche della conchiglia. In quel punto gli anelli sono molto più vicini tra loro e distinguerli chiaramente richiede analisi più accurate. Il gruppo di ricerca concluse che la vongola artica fosse ancora più vecchia e avesse 507 anni.

Caratteristiche di Ming, nella ricerca svolta nel 2006 (Radiocarbon)

Il mollusco era però già morto nel 2006 proprio a causa delle attività di ricerca. Dopo essere stato prelevato dal fondale, era stato congelato direttamente sulla nave, una pratica che viene seguita spesso per preservare le caratteristiche dei campioni. La morte del mollusco fu confermata in seguito, quando la conchiglia era stata aperta per effettuare la datazione.

Al momento della scoperta la vongola artica era stata chiamata Ming come la famosa dinastia cinese, che era già al potere quando il mollusco era nato. Il nome non cambiò quando l’età passò da 405 a 507 anni, perché i Ming erano al potere anche considerando la nuova datazione. Ma la conchiglia ha anche un altro nome, forse più appropriato.

Alcuni dei partecipanti alla spedizione iniziarono a chiamare il mollusco “Hafrún”, dalle parole islandesi “haf” che significa “oceano” e “rún”, cioè mistero. È un nome femminile, anche se il genere del mollusco non fu ricostruito, perché la sua capacità riproduttiva era ormai esaurita.

Il quadrato sulla mappa indica l’area dell’oceano Atlantico in cui fu trovata Ming (Radiocarbon)

Al di là del nome, lo studio di questa vongola artica e di altre sue colleghe può essere utile per ricostruire l’andamento dei loro ecosistemi nel corso dei secoli. A seconda della disponibilità di cibo, della temperatura dell’acqua e di altri fattori gli anelli di accrescimento hanno infatti dimensioni diverse, utili per ricostruire particolari periodi storici. Lo studio di Ming potrebbe inoltre offrire spunti per comprendere meglio i processi di invecchiamento negli animali, con potenziali riflessi nella ricerca di nuove soluzioni per lo studio di come invecchiano anche gli esseri umani.

Prima della scoperta di Ming, l’essere vivente più longevo mai scoperto era un’altra vongola con un’età stimata di 220 anni, trovata lungo la costa del Nord America. Il primato era comunque conteso da un’altra vongola artica trovata al largo dell’Islanda. Ogni anno vengono comunque raccolte migliaia di vongole artiche per uso commerciale, quindi è altamente probabile che qualche peschereccio abbia pescato inconsapevolmente animali ancora più longevi di Ming.

Stabilire la longevità degli esseri viventi non è comunque semplice e i primati sono comunque dibattuti e contesi. Secondo alcune stime gli organismi viventi più antichi sono alcuni individui di spugne vitree (classe delle Hyalospongiae), che potrebbero avere più di 10mila anni. Datarle non è però semplice e per questo ci si orienta spesso verso specie su cui si possono avere maggiori certezze, vongole comprese. Molte specie altamente longeve sono inoltre clonali, cioè formate da individui che producono nel tempo nuovi individui geneticamente identici che a loro volta ne produrranno altri, e sono quindi una cosa diversa da un singolo individuo per come lo intendiamo di solito.