• Mondo
  • Giovedì 26 dicembre 2024

La Finlandia ha sequestrato una petroliera sospettata di aver rotto un cavo sottomarino

Era partita dalla Russia e potrebbe far parte della “flotta fantasma” che aggira le sanzioni internazionali

Il primo ministro finlandese Petteri Orpo durante la conferenza stampa di aggiornamento sulle indagini sull'interruzione del collegamento con l'Estonia
Il primo ministro finlandese Petteri Orpo durante la conferenza stampa di aggiornamento sulle indagini sull'interruzione del collegamento con l'Estonia (Jussi Nukari/Lehtikuva via AP)
Caricamento player

Giovedì la Finlandia ha sequestrato una nave petroliera che ritiene possa aver danneggiato il collegamento elettrico Estlink 2 con l’Estonia, che mercoledì aveva smesso di funzionare, e quattro cavi sottomarini. Robin Lardot, direttore della principale agenzia di intelligence del paese, ha detto che le autorità stanno trattando l’evento come un «sabotaggio grave».

La nave, chiamata Eagle S, è registrata nelle Isole Cook (uno stato composto da 15 piccole isole nell’oceano Pacifico dipendente dalla Nuova Zelanda) ed era partita da San Pietroburgo, in Russia, in direzione di Port Said, in Egitto: per questo motivo il capo dell’agenzia doganale finlandese, Sami Rakshit, ha detto di ritenere che la nave faccia parte della cosiddetta “flotta fantasma” della Russia, un gruppo di navi usate per operazioni clandestine di trasporto di petrolio per aggirare le sanzioni che molti stati hanno imposto dopo l’invasione russa dell’Ucraina nel 2022.

Giovedì l’Agenzia finlandese per i trasporti e le comunicazioni ha detto inoltre che i cavi danneggiati sono in totale cinque: oltre a Estlink 2, interrotto mercoledì, anche altri tre collegamenti con l’Estonia e uno con la Germania. Su questi episodi sono in corso delle indagini. Si stima che per riparare il cavo Estlink 2 possano volerci diversi mesi.

I media finlandesi hanno ricostruito i movimenti della nave Eagle S, che al momento è ferma a 15 chilometri dalle coste della città finlandese di Porkkala. Mercoledì ha effettuato un’inversione di rotta, tornando indietro per circa mezzo chilometro prima di riprenderla. Le autorità hanno anche accertato che la nave è passata sopra il cavo Estlink 2, e sospettano che possa averlo danneggiato con la sua àncora.

Sarebbe la stessa dinamica dell’incidente avvenuto il 17 e il 18 novembre scorsi, per il quale la nave cargo cinese Yi Peng 3 è sospettata di aver danneggiato due cavi sottomarini per le telecomunicazioni nel mar Baltico, trascinando l’àncora sul fondale. Le indagini stanno cercando di ricostruire se ciò sia avvenuto per errore o deliberatamente.

Negli scorsi mesi sono stati danneggiati o tagliati diversi collegamenti elettrici fra paesi europei: un numero crescente di politici, fra cui il ministro della Difesa tedesco Boris Pistorius, ha iniziato a descrivere questi eventi come azioni di sabotaggio da parte della Russia contro i paesi dell’Unione Europea e della NATO. Negli ultimi tre anni ci sono stati diversi incidenti e danneggiamenti a cavi sottomarini nel Baltico.

L’8 ottobre del 2023 era stata rilevata una perdita dal gasdotto Balticconnector, tra Finlandia ed Estonia, mentre uno dei cavi di telecomunicazione aveva smesso di trasmettere dati. Inizialmente era stato ipotizzato un sabotaggio da parte della Russia, ma in seguito le autorità finlandesi avevano detto che il danneggiamento era stato causato per errore dall’àncora di una nave portacontainer cinese. Il danno più noto è però quello del gasdotto Nord Stream, che collega la Germania alla Russia, avvenuto nel settembre del 2022.

Venerdì l’Estonia ha inviato una nave a pattugliare la zona in cui si trova il cavo Estlink 1 (per ora integro). Anche secondo il ministro degli Esteri estone, Margus Tsahkna, che ha annunciato l’avvio della missione di sorveglianza, la frequenza con cui i cavi sottomarini riportano danni rende difficile credere che le cause siano semplici incidenti.

Più tardi la NATO, l’alleanza militare di cui fa parte la maggior parte dei paesi occidentali, ha detto che avrebbe aumentato la propria presenza militare nel Baltico, come richiesto dai governi di Finlandia ed Estonia. Lo aveva già fatto a ottobre del 2023 e dopo il danneggiamento del Nord Stream: concretamente significa inviare più aerei da pattugliamento, e intensificare la sorveglianza attraverso droni e voli di ricognizione.