Da gennaio a Milano sarà vietato fumare all’aperto
Nelle aree pubbliche, comprese vie e strade, fatta eccezione per zone isolate dove si può stare a 10 metri dagli altri
Giovedì il comune di Milano ha ricordato che dal primo gennaio del 2025 il divieto di fumo all’aperto sarà esteso a tutte le aree pubbliche: il comune ha detto che il divieto include vie e strade e che le uniche eccezioni previste saranno le aree isolate in cui le persone possono mantenere almeno 10 metri di distanza le une dalle altre.
A Milano il divieto di fumo all’aperto era già in vigore da gennaio del 2021 in parchi, fermate dei mezzi pubblici, aree gioco per bambini, aree per i cani, cimiteri e strutture sportive, per quanto poco osservato: è contenuto nel Regolamento comunale per la qualità dell’aria (PDF), all’articolo 9. Quell’articolo prevedeva già che dal 1° gennaio del 2025 il divieto sarebbe stato esteso «a tutte le aree pubbliche o ad uso pubblico, ivi incluse le aree stradali, salvo in luoghi isolati dove sia possibile il rispetto della distanza di almeno 10 metri da altre persone».
Il divieto in questione riguarda esclusivamente il fumo di tabacco, ma non vale per le sigarette elettroniche: non è chiaro se includa anche i dispositivi che scaldano il tabacco senza bruciarlo. Non è chiaro nemmeno se, per come è formulato, il divieto includa gli spazi per i tavolini esterni di locali e ristoranti, cioè i dehors.
Il comune ha motivato il divieto con la necessità di tutelare la salute della cittadinanza, limitare il fumo passivo per i bambini, e di ridurre il PM10, ovvero il particolato formato da particelle con un diametro inferiore al centesimo di millimetro (10 micrometri) che riescono anche a depositarsi nei bronchi.
Secondo i dati dell’Organizzazione mondiale della sanità, il fumo di tabacco è la causa della maggioranza dei tumori al polmone e di almeno l’80 per cento dei decessi causati da questo tipo di tumori. ll comune cita dati di Arpa Lombardia che dicono che il fumo di sigaretta contribuisce per il 7 per cento alle emissioni di PM10: il dato si riferisce in realtà a una categoria più ampia di sorgenti che comprendono, oltre al fumo di sigaretta, anche fuochi d’artificio.