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  • Mercoledì 25 dicembre 2024

Daniela Santanchè ha ceduto il controllo di Visibilia, coinvolta in due inchieste

La prima per falso in bilancio, la seconda per truffa aggravata: in entrambi i casi i pubblici ministeri hanno chiesto il rinvio a giudizio

La ministra del Turismo Daniela Santanchè
La ministra del Turismo Daniela Santanchè (Roberto Monaldo/LaPresse)

La ministra del Turismo Daniela Santanchè e la società Immobiliare Dani, che fa sempre riferimento a lei, hanno ceduto il 75 per cento di Athena Pubblicità, azienda che controlla Visibilia Editore, una società editrice che pubblica riviste settimanali e mensili tra cui Visto e Novella 2000, di cui Santanchè è stata presidente e amministratrice delegata fino al 2022. Visibilia è stata ceduta a Wip Finance, una società svizzera di consulenza finanziaria.

Visibilia è una delle società al centro delle vicende giudiziarie in cui è coinvolta Santanchè. Alla fine di ottobre del 2022, poco dopo la nomina di Santanchè a ministra del Turismo, la procura di Milano presentò un’istanza di liquidazione giudiziale, cioè una procedura che sancisce il fallimento di un’impresa, e contestualmente aprì un’indagine con varie ipotesi di reato, tra cui quella di bancarotta.

L’indagine fu aperta dopo l’esposto dei soci di minoranza, che nei mesi precedenti avevano denunciato irregolarità nella gestione della società poi confermate dagli accertamenti della Guardia di Finanza. Dall’indagine emerse anche che Visibilia Editore aveva circa 984mila euro di debiti nei confronti dell’Agenzia delle entrate.

Le irregolarità riguardavano i bilanci tra il 2016 e il 2020, segnati da costanti perdite e dal sospetto di false comunicazioni sociali: l’ipotesi dei soci che la dirigenza di Visibilia avesse fornito notizie infondate o incomplete sui conti dell’azienda. Dopo varie operazioni finanziarie pensate per ottenere liquidità, si sarebbe prodotto uno stato di crisi contabile irreversibile, e dunque di sostanziale fallimento. Di qui le accuse per bancarotta e falso in bilancio.

Lo scorso luglio i pubblici ministeri Maria Gravina e Luigi Luzi avevano chiesto il rinvio a giudizio per Santanchè e per altri 16 indagati. Il rinvio a giudizio è l’atto con cui il magistrato che ha condotto le indagini chiede al giudice per l’udienza preliminare (GUP) di mandare a processo una persona indagata: significa cioè che il magistrato ritiene che ci siano elementi validi a sostenere le accuse nei confronti di Santanchè. All’inizio dell’udienza preliminare ancora in corso gli avvocati di Santanchè hanno chiesto alla giudice per l’udienza preliminare di prosciogliere la ministra dalle accuse, cioè di rigettare il rinvio a giudizio e in definitiva di non processare Santanchè. La prossima udienza è in programma il 17 gennaio.

Nel contesto dell’indagine su Visibilia si è poi sviluppato un altro filone di inchiesta. In questo caso Santanchè è indagata per truffa aggravata ai danni dell’INPS: l’accusa è che abbia gestito in maniera illecita i fondi pubblici della cosiddetta Cassa Covid, quelli che tra il 2020 e il 2022 il governo aveva messo a disposizione delle imprese costrette a non far lavorare i propri dipendenti per gli effetti della pandemia da coronavirus. All’inizio di maggio i pubblici ministeri hanno chiesto il rinvio a giudizio.

Tiziana Gueli, giudice per l’udienza preliminare (GUP) del tribunale di Milano, ha chiesto alla Cassazione di stabilire quale sia la competenza territoriale del caso, ovvero se l’inchiesta debba essere gestita dal tribunale di Milano o da quello di Roma. La Cassazione deciderà a gennaio. Se sarà confermata Milano come sede del processo, alla fine di marzo si proseguirà con l’udienza preliminare per decidere l’eventuale rinvio a giudizio. Se il procedimento passerà al tribunale di Roma, invece, si devono rifare le indagini preliminari.

Santanchè è anche indagata per bancarotta fraudolenta in merito al fallimento di Ki Group, un’azienda di cui era stata amministratrice. Il tribunale di Milano aveva avviato la liquidazione giudiziale per Ki Group il 9 gennaio, e nei mesi successivi aveva fatto lo stesso anche per varie altre aziende collegate. Santanchè fu legale rappresentante di Ki Group (un gruppo che controllava varie aziende di prodotti biologici e di cosmesi naturale) fra il 2019 e il 2021.