In Kosovo è stato vietato al principale partito che rappresenta l’etnia serba di partecipare alle prossime elezioni parlamentari

Un poster di Srpska Lista e una bandiera serba a Mitrovica, in Kosovo, nel 2019 (AP Photo/Darko Vojinovic)
Un poster di Srpska Lista e una bandiera serba a Mitrovica, in Kosovo, nel 2019 (AP Photo/Darko Vojinovic)

Lunedì la commissione elettorale del Kosovo ha vietato al principale partito serbo del paese di partecipare alle prossime elezioni parlamentari, in programma per il prossimo febbraio. La commissione si è rifiutata di certificare la partecipazione alle elezioni di Lista Serba (Srpska Lista).

I membri della commissione hanno motivato la decisione col fatto che il leader del partito, Zlatan Elek, non si sia mai riferito al Kosovo come a una repubblica indipendente, ma come a «Kosovo i Metohija», traducibile come “la provincia autonoma serba del Kosovo”, non riconoscendone quindi sovranità territoriale e indipendenza: più in generale, secondo i membri della commissione, Lista Serba ha in varie occasioni assunto posizioni contrarie all’interesse nazionale del Kosovo.

In Kosovo vivono circa 100mila persone di origine serba, su una popolazione totale di 1,8 milioni di persone. Tra la minoranza serba e il resto della popolazione kosovara ci sono da tempo tensioni molto forti, dovute alla complicata storia dei due paesi. Il Kosovo è infatti un’ex provincia serba, che ha dichiarato nel 2008 la propria indipendenza della Serbia, da cui si era separato nel 1999. La Serbia però ha sempre continuato a considerare il Kosovo parte del proprio territorio, e tra i due paesi sono in corso da anni tensioni etniche e territoriali, che hanno portato a guerre e che negli ultimi due anni si sono nuovamente intensificate.