C’è un problema che ostacola un nuovo film di James Bond

Secondo il Wall Street Journal Barbara Broccoli, la donna che detiene metà dei diritti, reputa degli “idioti” i dirigenti di Amazon, che detiene l'altra metà

Un autobus con tre foto di Daniel Craig nei panni di James Bond per pubblicizzare l'uscita di No Time to Die a Londra, nel 2021
Un autobus che pubblicizzava l'uscita di No Time To Die a Londra, 9 ottobre 2021 (REUTERS/ Toby Melville)
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Dal 1962 al 2002 sono usciti venti film sull’agente segreto James Bond, uno ogni due anni. Nei successivi 19 anni ne sono usciti solo cinque, uno ogni 3,8 anni. Ma la frequenza è destinata a diminuire ulteriormente, visto che non è attualmente in lavorazione un seguito di No Time to Die del 2021, e non c’è nemmeno una data annunciata. Non si sa neanche ancora chi lo dirigerà, né soprattutto chi prenderà il posto dell’attore protagonista Daniel Craig.

Secondo il Wall Street Journal, per il momento non ci sono le condizioni perché la situazione si sblocchi: il prossimo film su Bond infatti non parte a causa dei disaccordi tra Barbara Broccoli, che ha il controllo creativo del personaggio fin dagli anni Novanta, e Amazon, che grazie all’acquisizione della storica casa di produzione MGM oggi detiene parte dei diritti del franchise.

La ricostruzione del Wall Street Journal si basa sulle interviste di più di venti persone tra dirigenti di Amazon, collaboratori e amici della famiglia di Broccoli. Mostra le difficoltà nel coniugare un approccio al cinema più tradizionale con quello della nuova industria dell’intrattenimento, che si regge su meccanismi come algoritmi e sistemi di abbonamento basati sulle preferenze del pubblico.

Barbara Broccoli ha 64 anni ed è figlia dell’agente cinematografico Albert Broccoli, che acquisì i diritti per l’adattamento dei libri di Fleming quando lei era nata da poco. Dalla sua morte, a metà anni Novanta, ha prodotto assieme al fratellastro Michael Wilson tutti i film su James Bond, finanziati e distribuiti dalla casa di produzione Metro-Goldwyn-Mayer. I due sono i titolari della EON Productions, la società fondata dal padre nel 1961: lui si occupa perlopiù di affari e oggi ha 82 anni, mentre lei ha notoriamente l’ultima parola sulla trama e su ogni cosa che dice e fa Bond, così come su chi lo interpreta.

Con l’acquisizione della MGM, la seconda più costosa nella storia di Amazon, completata nel 2022, le cose si sono complicate: Amazon ha ottenuto i diritti del suo catalogo, tra cui appunto i film su Bond, che al cinema hanno fatto incassare più di 7,6 miliardi di dollari; ha poi ottenuto il 50 per cento del franchise, che per la restante metà invece è rimasto a EON. Questo significa che qualsiasi proposta dell’azienda deve essere approvata da Wilson ma soprattutto da Broccoli, che in base a quanto riferito da alcuni amici non vorrebbe affidare a logiche basate sugli algoritmi un personaggio che lei stessa ha contribuito a rendere un mito.

In base alle testimonianze raccolte, Broccoli avrebbe definito i dirigenti di Amazon «dei cazzo di idioti». Si sarebbe molto infastidita quando la responsabile degli Amazon Studios, Jennifer Salke, si era riferita a James Bond definendolo un «contenuto»; avrebbe inoltre accantonato l’idea di farci una serie tv, così come degli spinoff basati su una protagonista donna o sulla segretaria Miss Moneypenny, chiedendo ai dirigenti dell’azienda se avessero letto il contratto. Nelle parole del Wall Street Journal insomma «Broccoli può tenere Bond in ostaggio fino a quando lo ritiene opportuno». Un portavoce di EON ha fatto sapere che né lei né altri membri della famiglia hanno commenti in merito.

Barbara Broccoli e Michael Wilson alla prima di Till – Il coraggio di una madre al BFI London Film Festival. Londra, 15 ottobre 2022 (Gareth Cattermole/ Getty Images for BFI)

In una recente biografia su Fleming, Broccoli lo ha definito «la quintessenza dell’eroismo britannico del tempo» e ha sostenuto che grazie a lui il Regno Unito sia «riuscito a prolungare di sessant’anni il proprio periodo più sfavillante». Già in passato aveva rifiutato offerte per videogiochi e casinò a tema, e secondo le persone a lei vicine aveva resistenze anche prima dell’acquisizione della MGM da parte di Amazon: poi però non si era opposta, sapendo che avrebbe mantenuto il controllo sugli aspetti creativi.

Da allora Broccoli ha collaborato con Amazon su altri progetti, tra cui il dramma Till – Il coraggio di una madre (2022) e il prossimo remake di Citty Citty Bang Bang, una commedia del 1968 con Dick Van Dyke. Per quanto riguarda un nuovo film di Bond, invece, non ci sono né copione, né storia, né il nuovo Bond, avrebbe commentato di recente. Nonostante le periodiche indiscrezioni infatti non si sa chi sostituirà Craig, che lo ha interpretato in cinque film, da Casino Royale (2006) a No Time to Die, l’ultimo della serie, uscito nel 2021 con un anno e mezzo di ritardo a causa della pandemia da coronavirus.

L’approccio di Broccoli nei confronti di Amazon sembra essere condensato in una frase attribuita a suo padre, che stando ai colleghi di tanto in tanto ripete anche lei: «Non permettere a persone che durano poco di prendere decisioni permanenti».

Sean Connery nel ruolo di James Bond in Agente 007 – Licenza di uccidere, il primo film della serie, del 1962 (mptvimages/ Contrasto)

Prima dell’acquisizione i dirigenti della MGM si erano assicurati che i film di Bond sarebbero usciti al cinema e non in esclusiva su Amazon Prime Video, come spesso succede. Un disaccordo tra Broccoli e Amazon riguarderebbe tuttavia la promozione. In effetti nel 2023 Amazon ha prodotto 007: Road to a Million, un reality con sfide ispirate a James Bond che era in lavorazione già da prima. Broccoli avrebbe voluto una campagna pubblicitaria massiccia, come quelle organizzate per i film, ma così non è stato: il reality è stato accolto in maniera tiepida, e se ne è parlato soprattutto perché Brian Cox, noto per aver interpretato il capostipite della famiglia di Succession, ha detto di aver accettato di presentarlo perché convinto che avrebbe recitato in un film di Bond.

C’è poi una questione ancora più importante, forse la più rilevante, ovvero la scelta di chi interpreta James Bond. Quando Craig fu scelto al posto di Pierce Brosnan era relativamente sconosciuto, in più fu criticato da molti perché biondo e con gli occhi azzurri, anziché castano. Secondo il Wall Street Journal, per Amazon l’idea di scritturare un attore non famoso per un ruolo simile è difficile da accettare, mentre per la famiglia non sarebbe un problema.

Finora inoltre Bond è sempre stato interpretato da un uomo bianco, e da tempo si discute della possibilità di scegliere una persona di un’altra etnia, magari non eterosessuale oppure ancora una donna. Anche il figlio di Wilson, Gregg, è a sua volta assistente di produzione dei film su Bond, e secondo alcuni collaboratori sarebbe favorevole a rinnovare il personaggio. In un’intervista data a metà novembre all’agenzia di stampa Associated Press Broccoli ha detto che «probabilmente» il prossimo Bond sarà «sulla trentina» e «non è detto che sarà bianco». A detta dei suoi collaboratori comunque ritiene che debba continuare a essere interpretato da un uomo, che in ogni caso dovrebbe essere inglese.

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